Da diversi anni sento sempre con più insistenza una fesseria riguardo alle ipotetiche origini calabresi della festa di Halloween. Avete capito bene: oggi ad esempio è stato pubblicato l’ennesimo articolo su una testata regionale in cui viene spacciata per vera quella che era una mera teoria formulata negli anni ’80 del secolo scorso.
Ad oggi sappiamo che la festività (bollata per anni come pagana) sarebbe in realtà figlia di una antica festa dei martiri celebrata nella primitiva cristianità, e dunque scollegata da quel Samhain di celtica memoria che per secoli ci ha fatto ipotizzare un’origine “nordica”. Ma sulla questione c’è ancora molta incertezza, e sapete perché? Perché é una celebrazione estremamente diffusa in tutta Europa, ed un po’ tutti se ne attribuiscono la paternità.
Restiamo in Italia. Basta una rapida ricerca per scoprire che ogni regione ha la sua “tradizione” per Halloween, tutte accomunate da alcune costanti come il dono (spesso cibo) e l’utilizzo di candele o lanterne. Per quanto riguarda la Calabria possiamo dire che vi sono rituali piuttosto omogenei, come quello delle candele lasciate accese sotto le finestre per evitare l’ingresso di spiriti indesiderati.
Le credenze sono tante e variegate, e tra queste spiccherebbe il famigerato e sempre più citato coccalu di mortu di Serra San Bruno, che rappresenterebbe niente poco di meno che l’origine del “dolcetto o scherzetto”. Di questa usanza noi non sappiamo null’altro che quanto riportato in un libro e poi diffuso, più di recente, online. Non sappiamo ad esempio a quando risalga questa usanza, non abbiamo documenti storici con date precise, nè con descrizioni dettagliate.
È un po’ poco per pretendere di attribuirsi la paternità di una festa, o no?
Ad ogni modo, vale la pena ricordare un paio di cose: l’emigrazione calabrese nelle americhe non iniziò nel “dopoguerra”, con chiaro riferimento agli anni ’40 del secolo scorso, bensì un secolo prima, tra il 1844 ed il 1848, a seguito dei grandi moti politici del tempo. In quegli stessi anni le americhe erano prese d’assalto anche da altre popolazioni europee, che contribuirono a portare le celebrazioni oltreoceano.
L’emigrazione italiana di massa, invece, iniziò qualche anno dopo, a seguito dell’unificazione dell’Italia. E dunque è abbastanza evidente che vi fù un’intera generazione di emigranti meridionali che visse le usanze “americane” per poi magari portarle al paese d’origine. Senza dimostrare che tali usanze fossero presenti prima di quegli anni, equivale a parlare di mere teorie (o aria fritta).
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