Ormai non ho più parole per descrivere la faziosità dei servizi del TG5, che di fatto non fanno informazione ma narrano una versione propagandata dei fatti (spesso scritta dal governo). I presentatori si lasciano andare a commenti, suggeriscono chiavi di lettura, andando oltre il loro ruolo: perché un telegiornale non è un talk-show.
Questo pomeriggio è andato in onda un servizio esemplare, nella consueta rubrica Appuntamento con la Storia. Parla del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma, e potete vederlo per intero online. Ed è gravissimo l’inquadramento storico fatto non tanto dall’inviato, ma dal comandante generale intervistato.
Perché se il giornalista parla di un’operazione che ha “eliminato” oltre 2 mila carabinieri, il generale va ben oltre e addossa tutte le responsabilità all’astuto (e “sudbolo“) esercito nazista, che avrebbe disarmato con l’inganno così tanti militari appena pochi giorni prima del rastrellamento.
Storicamente, parliamo della deportazione dei carabinieri romani che si svolse il 6 ottobre del 1943 per mano del Ministro per la Difesa Nazionale, Rodolfo Graziani. Quello a cui molti nostalgici vogliono intitolare strade, piazze, monumenti. Qualcuno potrebbe obiettare che la Repubblica Sociale Italiana era controllata dai tedeschi, visto l’armistizio di un mese prima: in realtà i militari vennero consegnati ai nazisti e furono deportati in Germania.
Graziani motivò il tutto come una conseguenza della “inefficienza numerica morale e combattiva” dell’arma, specificando che una presenza di militari armati avrebbe potuto causare uno spargimento di sangue ben più ampio. Oggi sappiamo che l’intervento di Graziani venne motivato anche dal fatto che proprio i militari arrestarono Mussolini ed erano, dunque, “complici” contro il regime.
È dunque una storia italianissima, che oltre a Graziani coinvolse anche il generale pro-tempore dell’arma Casimiro Delfini ed il collega Umberto Presti, che gestirono il tutto con missive e documenti riservati, non ufficiali, per non essere scoperti: clandestini.
Oggi che la storia la conosciamo, è difficile ascoltare queste parole auto-indulgenti che tendono (ancora) al mito della “brava gente” addossando ogni colpa ai nazisti. Le responsabilità del rastrellamento del ghetto ebraico di Roma furono tutte Italiane: perché i tedeschi usarono il famigerato censimento stilato da Mussolini qualche anno prima, per trovare tutta quella povera gente.
Ed italiani furono i generali ed i militari che consegnarono i loro stessi uomini al nemico, per permettergli fare man bassa nella città eterna. Vi parteciparono vertici militari, più determinati ad ottenere un occhio di riguardo dall’invasore nazista che non ad evitare spargimenti di sangue.
Lascia un commento Annulla risposta