Questa mattina ho preso parte ad un primo incontro per il prossimo “lavoro” come rilevatore per il censimento permanente dell’Istat: iscrittomi all’albo comunale diversi anni fa, quest’anno sono stato pescato anche io per svolgere questa attività per me nuova ed interessante.
Interessante non solo per la quantità di dati statistici reperibili sulla popolazione della propria città, ma anche per andare in giro, parlare, chiedere… è una sorta di estensione del lavoro del giornalista, che penso mi possa aiutare in qualche modo.
Tuttavia, l’attività non parte nel migliore dei modi. Da linee guida saremmo dovuti essere al massimo in 37, ma di effettivi saremo in 22: alla firma dei contratti però ci siamo presentati solo in 9. Una mancanza di serietà da parte dei “colleghi”, che all’ultimo minuto hanno rinunciato a venire. Fessi noi che abbiamo rimandato impegni e tutto per presentarci.
Il lavoro è stato spiegato per grandi linee, non abbiamo ricevuto ancora i tablet, non sappiamo come saremo divisi. È stato fatto un discorso “a grandi linee” nel quale, francamente, non si è detto poi molto: saremo dunque buttati per strada e di volta in volta vedremo come andrà.
C’è poi una questione, sollevata da chi il rilevatore l’ha già datto negli anni passati. In sostanza, il Comune di Crotone non corrisponde gli importi previsti dall’Istat: questi sono decurtati di qualche centesimo (ad esempio, non 14€ ad intervista ma 13,3€) e, a detta di alcuni, sono soldi che tratterrebbe proprio l’ente.
Su questo aspetto c’è da approfondire, così come la consolidata mancanza di trasparenza dell’ente (impossibili rinvenire una copia aggiornata dell’albo dei rilevatori, nonchè le rispettive nomine). Il tutto, per un lavoro della durata di poco meno di due mesi – dal 7 novembre al 22 dicembre – per il quale siamo già stati avvertiti che percepiremo non più di 300/400 euro.
C’è un motivo se, come lamentano in molti, non si trovano rilevatori?
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