In questi giorni ho pensato diverse volte di partecipare al voto per le primarie del Partito Democratico, con la volontà di sostenere Elly Schlein. A parte qualche sporadica discussione in casa e con qualche conoscente, non ho mai cercato nulla online, ed oggi con mera sorpresa vedo che diversi siti mi propongono la stessa pubblicità.
“Cambiamo il Pd. Facciamolo insieme. Vota Bonaccini“. Proprio al candidato principale di questa tornata interna è stata rivolta l’accusa, nei giorni scorsi, di comportarsi un po’ troppo come i suoi “avversari” di destra: non solo per i suoi pareri favorevoli all’autonomia differenziata ed alle privatizzazioni di settori cruciali come istruzione e sanità, ma anche per il suo modus operandi, per come parla, per come si presenta, e persino per come si sponsorizza.
Ecco dunque che nelle pubblicità online non vedi più i loghi di Fratelli d’Italia, della Lega o delle liste satellite come Coraggio Italia o del defunto Partito della Libertà. Ora ci vedi il Pd. Con un link che rimanda al sito del candidato, non alla pagina con il suo programma bensì a quella che ti spiega come si vota.
Il voto, in fin dei conti, è sempre più inteso come un qualcosa da comprare. Anche per questo si investe del denaro nelle campagne pubblicitarie, alla stregua di quanto si fa per vendere un prodotto o un servizio. Ecco, chi vuole farsi votare in fondo prova a vendersi, o perlomento a vendere un’immagine di se.
Ma ne vale la pena? Bonaccini vincerà, nelle primarie che avranno la partecipazione stimata più bassa della storia. Gli stessi organizzatori del Pd parlano di circa 800 mila persone. Sempre meno. Una fuga dovuta a quella stessa classe dirigente che poi prova a vendersi – tramite le pubblicità – come una rivoluzione, come una novità.
Ma il Pd continua ad orbitare troppo verso un centro gravitazionale, anzi un buco nero, che non farà altro che indebolirlo ulteriormente. La subalternanza al Movimento 5 Stelle, il flirt con il terzo polo sfumato in tempo, ed ora la nuova attenzione ai “dirigenti del fare”: temi lontani dall’elettorato, dalla sinistra, e da tutto ciò che il Pd dovrebbe rappresentare.
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