Da ieri stanno circolando insistemente due notizie. La prima è una bozza del presunto piano con cui l’Italia si prepara ad affrontare un’eventuale carenza di gas; l’altra è la possibilità che Gazprom tagli il prezioso bene già nell’immediato, avendo di fatto già dimezzato le forniture all’Italia.
Il piano nazionale di contingentamento prevede alcuni aspetti piuttosto drastici, che probabilmente ci troveremo ad affrontare concretamente da qui a qualche mese. Il razionamento delle risorse si sarebbe potuto avviare già ad inizio conflitto, ma a nessuno è importato: se ne parla dopo l’estate.
A questo punto, premesso che appartengo a quella categoria di persone che vive decisamente con poco, la possibilità di vivere un razionamento non mi spaventa neanche un po’. Quello che mi spaventa, semmai, è l’ingordigia delle persone: perché dubito che si seguiranno le regole ideate dal governo, e la nostra autonomia si esaurirà così nel giro di poco. Perchè c’è sempre qualcuno più furbo degli altri.
Negli anni si è parlato di diverse teorie sociali ed economiche, come la “decrescita felice“, termine abusato dalla politica nazionale (e dai grillini) finendo così per divenire una sorta di fenomeno da baraccone. Eppure, sono convinto che momenti come questi siano ideali per rivedere i nostri consumi, sia di elettricità che di gas. Perché se fino ad oggi abbiamo avuto la mìnna russa su cui cullarci, ecco che potrebbe non essere così ancora per molto.
Ovviamente, l’idea non è di tornare a vivere senza elettricità, senza gas, senza cemento o plastica. Però dobbiamo chiederci se è giusto – anche eticamente parlando – tenere l’aria condizionata accesa tutto il giorno. Se è giusto accendere l’aria per ogni tragitto in auto. Se è giusto tenere i riscaldamenti molto alti la notte, in inverno. E così via.
Perché esistono dei casi in cui non si può farne a meno (penso ad un cardiopatico d’estate), ma per tutto il resto? Per noi, che semplicemente ci siamo disabituati a sudare? Lo stesso vale per ogni altro aspetto del caso: l’impiego massiccio di benzina/diesel per brevi tragitti, il non saper rinunciare alla macchina, la necessità di avere ogni oggetto elettrificato… troppi lussi, che dovrebbero apparirci come inutili vezzi.
Di questo passo i consumi aumenteranno esponenzialmente, e ciò renderà sempre meno sostenibile la produzione di energia eletrrica e quant’altro. Ha senso fare tutti questi sforiz per la transizione ecologica, se poi anzichè muovere un gomito vogliamo anche lo spazzolino elettrico? Dovremmo iniziare a farci queste domande, e comprendere – una volta per tutte – che l’energia elettrica, il gas, non sono beni infiniti, non sono per sempre, e forse possiamo semplicemente farne a meno in tanti aspetti quotidiani.
Saremo disposti a farlo? Probabilmente no. Perché é la miopia che contraddistingue l’uomo moderno, l’incapacità di vedere oltre le proprie comodità, dando tutto per scontato. Almeno finché non rimarremo tutti a secco.
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