Nei giorni scorsi mi è capitato di leggere un recente avviso pubblico della Regione Calabria detto Sostegno alle imprese femminili, con il quale si punta a “promuovere l’adozione e l’utilizzazione di nuove tecnologie nelle piccole imprese per favorire l’introduzione di innovazione nei processi produttivi e nell’erogazione di servizi al fine di incrementarne la produttività”.
Iniziativa lodevole, che la Regione dovrebbe continuare a supportare su più fronti. Tuttavia c’è un dettaglio in particolare che mi ha fatto storcere il naso, e non mi riferisco al fatto che l’intenzione di creare questo avviso risalga al 2018-2019, e riporti niente poco di meno che le firme di Mario Olivero e relativo assessorato.
Mi riferisco al fatto che il bando prevedere un investimento minimo di 100 mila euro. Un requisito decisamente alto ed inverosimile, se si vuole promuovere le “piccole imprese” femminili. In sostanza, la Regione Calabria si impegna a coprire all’80% l’investimento realizzato, ripagandolo a fondo perduto negli anni a venire. Qualcuno, ad esigere un credito dalla Regione Calabria, potrebbe già scappare in quanto è facile ipotizzare che i tempi di recupero dell’investimento saranno lunghi e sicuramente non semplici.
Non so chi si potrà permettere un investimento così sostanzioso, se non gente benestante o in grado di ottenere un finanziamento così cospicuo. Quel che è certo, è che i comuni mortali dovranno scorsarsi di partecipare a questo bando, vedendo così svanire un’ulteriore possibilità formulata evidentemente male.
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