Oggi decade l’obbligo di indossare una mascherina protettiva all’aperto. Non è la prima volta che diciamo addio (anche se solo parzialmente) alle fastidiose mascherine di ogni tipologia e fattura, ma forse potrebbe essere l’ultima volta che dovremo metterle anche all’aperto. Grazie alla buona copertura vaccinale ed al fatto che la pandemia sembra gradualmente scomparire.
In questi giorni infatti, leggendo i report regionali e nazionali, è chiaro che siamo vicini al punto di saturazione. Con oltre il 90% della popolazione che ha ricevuto almeno una dose di vaccino non è sbagliato affermare che finalmente siamo quanto più vicini possibile alla tanto decantata immunità di gregge. Resta ora da capire come si evolveranno i dati sui ricoveri e sui malati gravi, che ci si aspetta continueranno a diminuire nelle prossime settimane.
A questo punto è evidente anche che la percentuale di no-vax e no-green-pass è marginale ed ininfluente. Forse, se si fosse proceduto più celermente ad un obbligo vaccinale, ci saremmo arrivati anche prima, a queste percentuali. Ma tant’è: l’Europa riapre e le future restrizioni appaiono come piccolezze rispetto a quello che abbiamo già passato. Ricordiamo solo l’autocertificazione da portarsi stampata appresso.
Qui a Crotone la mascherina all’aperto non si porta già da un pezzo. Ad oggi non mi è ancora mai capitato qualcuno che mi chieda il green-pass per entrare in un negozio (è successo solo al McDonald’s) ed in generale c’è un sincero disinteresse per la questione. Eppure questo 11 febbraio forse qualcuno di noi lo ricorderà come l’inizio della fine. Come quel 9 marzo 2020 in cui ci trovammo tutti in lockdown.
Prossimo appuntamento al 31 marzo, quando verosimilmente non verrà prorogato lo stato di emergenza. Il coronavirus non è morto, e di questo dobbiamo esserne consapevoli. Ma forse, finalmente, ci troviamo qualche passo avanti rispetto al virus: un risultato straordinario, in così poco tempo.
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