Azzardo una previsione sulla vicenda che ormai tiene banco ad ogni telegiornale: la presunta guerra che scoppierà tra Russia ed Ucraina, che a detta degli analisti made in Usa sarebbe imminente da oltre una settimana. Dovremmo esserci abituati al fatto che gli americani sono dei gran giocatori di poker: abili nei loro bluff. E questo è verosimilmente un bluff che rimarrà nella storia, e che sarà definito come tale solo tra molti anni a venire.
Le ambizioni espansioniste di Putin non sono una novità, e l’annessione della Crimea ne è una dimostrazione pratica. Da qualche mese si era tornati a parlare di russi ed ucraini come di “un solo popolo”, fatto che mi ricorda molto le ambizioni unitarie dello Zar Nicola I e della sua ultima crociata sotto il vessillo dell’unità degli ortodossi. Ma meglio non divagare.
Perché mai Putin ha ammassato “centinaia di migliaia di soldati” al confine con l’Ucraina? Perché ha dato il via libera a delle “esercitazioni militari” in Biellorussia ed in Crimea? Perché questa dimostrazione di forza? L’occidente è spaesato: da una parte non vuole farsi carico dell’Ucraina – nè come paese dell’Unione Europea nè come membro della Nato – ma dall’altra non vuole permettere alla Russia tutto questo margine di manovra. Che fare?
La tattica anglosassone – sposata cioè da Biden e Jonhson – è stata chiara fin dal principio: urlare alla catastrofe, alla guerra, alla “risposta dura” in caso di invasione. Tornano così le patetiche “fonti di intelligence” americane che sparano numeri, ipotizzano date, prevedono scenari. Dovremmo saperlo ormai, dopo l’Iraq e l’Afghanistan. Ma questo rumore è funzionale ad una confusione che potrebbe destabilizzare realmente i veri piani di Putin: metti caso che adesso fa scoppiare davvero una guerra, darebbe davvero credibilità ai suoi avversari.
Lo scenario è articolato, e noi non possiamo far altro che seguire il consiglio di chi se ne intende: non cedere a nessuna propaganda. La probabilità di una guerra vera e propria è bassa e forse gli obiettivi sono altri, uno su tutti un colpo all’alleanza atlantica. In tal senso si possono leggere gli “attacchi” che Putin ha rivolto alla Bulgaria ed alla Romania, per via del loro ingresso nella Nato.
Sarebbe opportuno discutere realmente, a livello europeo, la creazione di una nuova alleanza che non ci imponga di parteggiare nè per la Nato nè per il Csi. Non possiamo (e non dobbiamo) essere così sùccubi e volatili, dovremmo essere indipendenti e quanto più autonomi possibile.
Lascia un commento Annulla risposta