Dirò una cosa sicuramente in controtendenza e forse “brutta”, ma tant’è: da quando non leggo più i miei quotidiani la mattina, non ne sento più nè il bisogno nè la necessità. Ed oggi un po’ me ne sono reso conto anche io.
Oggi infatti è capitato di dovermi spostare da casa, e dovendo trascorrere diverse ore in attesa mi sono portato dietro il mio tablet nuovo di zecca. Sembrava la cosa più ovvia da fare, salvo poi ricordarmi che senza connessione ad internet non potevo leggere un bel niente.
E così non mi è rimasto altro da fare che finire di leggere la scorsa edizione de l’Essenziale, e recuperare quegli articoli salvati e non più finiti.
A quel punto, ho realizzato che in fondo leggere non mi manca più di tanto. Da una parte questa spoetizzazione è dovuta alla pandemia, dato che ho imparato che leggere e documentarsi non serve a nulla: basta urlare la qualunque ed eccoti le teorie anti-scientifiche in prima pagina un po’ ovunque.
In secondo luogo, anche essere costantemente aggiornati su un tema, un fatto o un avvenimento semplicemente non serve. A meno che non ci lavori dentro, o non hai un collegamento diretto ovviamente. Altrimenti, è solo roba che ti riempie il cervello, ma che in pratica non ha più importanza di ogni altra fesseria che scrolli online.
Infine, i giornali. Dovervi rinunciare, all’inizio dell’anno, è stata dura. Un po’ come se tradissi uno di famiglia, ‘na roba sporca. Ma il portafoglio è vuoto e non c’è altro da tagliare. E quindi addio anche a quel contributo nel settore dove lavoro.
Non è passato neppure un mese da quando non leggo più ogni giorno i giornali, eppure non ne sento la mancanza. Anzi, è quasi come se fosse un peso in meno, e già la sola edizione settimanale la percepisco più come un peso che non come un’azione positiva. Sarà un riflesso delle paure economiche, forse. Ma tant’è.
Questo mese, infine, ho letto solo tre libri. Contavo di leggerne uno in più, ma anche in questo caso inizio a non sentirne la necessità. A questo punto il vortice (ed il baratro) mi appaiono abbastanza chiari, e non posso che fare a meno di chiedermi se sia un cambio in meglio o in peggio.
Ma daltronde, la prospettiva è quella di tornare a vendere il proprio tempo e la propria vita a qualche azienda per poter guadagnare qualcosa. Quindi, tanto migliore non è, questa prospettiva.
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