Non c’è niente di edificante in quanto accaduto tra ieri ed oggi al Comune di Crotone. Non si salva nessuno: la farsa del foglietto con le firme di una minoranza che non vuole andare a casa forse non doveva neppure essere cosa pubblica, ma alla stupidità dei consiglieri si è aggiunta anche quella di un commentatore.
Nella serata di ieri infatti ha iniziato a circolare la foto di un foglio con le firme di 13 consiglieri di minoranza. Un foglio privo di valore, nullo, scritto male e non protocollato. Insomma, forse più un documento “interno” (volendo concedergli questo titolo) che non qualcosa di ufficiale. Ma già viene presentato come “mozione di sfiducia”. Prima balla.
Al più, si tratta di una possibile intenzione di sfiducia. Ma i numeri non tornano, non bastano. Poco importa: basta eccome per fare un po’ di casino sui social, ed ecco che il documento viene condiviso. E gira, e gira, e si diffonde, e crea scompiglio proprio in quella minoranza che vorrebbe sfiduciare il sindaco.
Viene fuori che un consigliere comunale prima ha disconosciuto la sua firma ma poi dopo – caduto da cavallo lungo la via per Damasco – l’ha riconosciuta. La spiegazione fornita (e pubblicata il giorno successivo) è grossomodo un volo pindarico che dimostra come questi consiglieri non sanno come muoversi. Anche perché un modo l’avrebbero: potrebbero dimettersi in blocco. Ma guai a dirglielo, che si può fare come a Taranto.
Poi però ci si mette anche il sindaco, che in un comunicato ricevuto questo pomeriggio mi ha fatto drizzare due volte quei pochi capelli che mi sono rimasti. Infatti ha detto di aver informato la Procura (!) per la presunta firma falsa, e di aver appreso di questo di documento da “un blog”.
Il primo caso è forse il più grave di tutti, perché non parliamo di un documento ufficiale, ma di carta straccia. Questo aver attenzionato la Procura è più una dimostrazione di forza, ma totalmente inutile vista anche la frittata girata e rigirata dal consigliere comunale. Siamo di fronte ad una esacerbazione degli animi evidente, ad un gruppo di persone che sta insieme per forza di cose.
In secondo luogo, Voce dice di aver preso atto dell’esistenza di questo foglio da “un blog”, che però non è un blog ma una paginetta facebook vicina a diversi capizzoni della sua opposizione. La pagina infatti nasce nel giugno dello scorso anno, e dopo un periodo di relativa indifferenza è venuta alla ribalta a partire da dopo l’estate.
Senza entrare nel merito – nè tantomeno nei contenuti – di ciò che pubblica, dato che è lecito ed è sacrosanto che ognuno si reinventi commentatore, opinionista, tronista o quello che preferite, mi preme sottolineare solo una cosa: non chiamatelo blog. Sarebbe l’ennesimo svilimento nei confronti di chi un blog lo tiene sul serio, nonostante tutto.
Sempre che di questo ve ne importi.
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