È periodo di dichiarazione dei redditi, e ad ogni pubblicità ti viene propinata lo spot dell’8×1000 alla chiesa cattolica, propagandato come “molto di più“. Ne avranno di pensieri, quelli della chiesa cattolica. Cose da fare, gente da aiutare. Ma sopratutto, tentare di ostacolare il ddl Zan.
Lo Stato Vaticano infatti si è esposto parecchio con l’odierno messaggio con il quale paventa una violazione del concordato tra Stato (italiano) e chiesa (cattolica), e come era prevedibile ha generato non poche reazioni sia nel mondo politico che nella società civile.
Superiamo per un attimo le facili ironie del caso, dato che questa mossa non va intesa come un’azione sprovveduta o alla leggera. La chiesa, si sà, è la casa del demonio, e storicamente – checché ne dica – non si è mai mossa se non per ottenere qualcosa.
Che cosa spera di ottenere il Vaticano? Forse una maggiore visibilità, dato che il tema della sessualità è divenuto appannaggio di una certa politica (ovviamente, di destra), e bisogna intendere quindi questa nota verbale come tentativo di riprendere peso nella discussione.
O forse, come sta già scrivendo più di qualcuno, si tratta di un colpo all’ala bergogliana, notoriamente più progressista ed aperta sul tema. Una guerra interna, insomma, che tuttavia è difficilmente credibile: un’ambasciata non scrive mai per conto proprio.
O forse, ancora, è il sincero timore di poter subìre così delle azioni legali. La posizione della chiesa sull’omosessualità, e più in generale sulla sessualità, non ha bisogno di commenti. La conosciamo tutti, e tant’è: anche loro hanno diritto di di esprimersi. Il problema però sarebbe il comportamento di preti e fedeli, sopratutto in certe comunità, che potrebbe sfociare addirittura nel penale.
Non si tratterebbe, insomma, di perdere la libertà di espressione. La chiesa potrà continuare a dire quello che vuole. Il discorso però cambia, se si pensa alle tante “comunità di recupero” per omosessuali sparse in Italia e camuffate da centri di aggregazione. Anche a Crotone ne abbiamo uno, piuttosto conosciuto e frequentato, del quale non si fa mai menzione.
Certo è che non è frequente sentire la chiesa che si lamenta. Che poi, di cosa si lamenta? La condizione privilegiata dello stato vaticano – che storicamente è stato debellato in più occasioni per poi ripresentarsi alla porta – è nota a tutti, e proprio quel concordato al quale si aggrappa continua a garantirgli fin troppi margini.
Per fortuna, siamo uno stato laico. Non ancora del tutto, ma quasi. E questa pessima sparata del vaticano, che qualcuno chiama ingerenza forse esagerando un po’, e forse solo un ultimo tentativo, un colpo a salve, di un clericalismo becero che non ha altro a cui aggrapparsi.
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