Se siete mai stati in una grande città Europea (che sia Roma, Londra, Parigi, Madrid e chissà quante altre), avrete notato che esistono determinati spazi pubblici regolarmente concessi ad artisti di strada, associazioni, installazioni artistiche e percorsi culturali. Questi, nel fare richiesta ai rispettivi comuni, vengono inseriti in una apposita lista di attesa, che calendarizza le esibizioni.
Un meccanismo del genere, per funzionare in metropoli da milioni di abitanti, deve essere ben oleato e sorretto da appositi uffici. Ed in una città come Crotone, invece?
Il tema della “concessione pubblica” è sempre al centro di agguerriti dibattiti, ultimo quello sulla concessione delle strutture sportive. Ma è un argomento piuttosto semplice, che al Comune di Crotone è stato gestito sempre in modo diretto (molto diretto) dagli amministratori di turno.
Attualmente, per come è impostato il regolamento comunale, si può fare richiesta temporanea di un qualsiasi spazio aperto in città (che sia una strada, una piazzetta, un vicolo e così via), e poi si attende la risposta dell’ente, che in cambio della temporanea chiusura al transito chiede – ovviamente – un compenso. Restano però escluse le aree verdi, regolate da altre assegnazioni.
Esistono, però, diverse opere che furono pensate proprio per ospitare eventi, serate, esibizioni e prestazioni artistiche, dimenticate e poco ambite. Escludendo la piazzetta Marinai d’Italia (impiegata tanto per comizi elettorali quanto per esibizioni mondane), ci sono diverse altre piazze in altri quartieri totalmente abbandonate: si pensi a piazza Martiri delle Foibe alla Marinella, piazza Padri della Patria a Tufolo, o anche i soli piccoli anfiteatri realizzati appositamente sul lungomare.
Tutti questi anfiteatri (per quanto piccoli) abbandonati in città non fanno bene. Gli spazi aperti ci sono, ma viene lasciato l’agio di accalcarsi sempre negli stessi punti, spesso ingombrando il passeggio e/o il traffico: si pensi alla consuetudine di piazzare gazzebo su tutto il lungomare, proprio nella zona più stretta.
Ecco, ripropongo così una stessa idea lanciata alle scorse amministrative: ripensare gli spazi pubblici. Non solo quelli sportivi o verdi, ma anche gli spazi aperti, da poter utilizzare per esibizioni e performance. Il Comune potrebbe evitare l’intermediazione con ogni possibile utente, risparmiando così tempo, semplicemente predisponendo una sorta di “listino prezzi” per la concessione.
Un modo per dare ossigeno alle associazioni, senza salassarle con eccessive richieste economiche. Un modo per dare un altro volto ad una città che vanta numerosi spazi aperti ed utilizzabili.
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