Fermi tutti: l’ennesimo candidato fai-da-te ha fatto un passo indietro ritirando pubblicamente la sua candidatura. Parliamo di Roberto Dorato, che si è sfilato dalla competizione elettorale dopo Filippo Sestito e Davide Pirillo (assieme a diversi altri soggetti che forse si erano “autocandidati” più per scherzo). Come ha scritto lui stesso, farà un “passo di lato” e correrà assieme a Danilo Arcuri, candidato sculchiano che continua ad ottenere l’appoggio di buona parte del centro-sinistra cittadino.
La notizia è degna di nota, non tanto per le affermazioni fatte nel corso degli anni da parte di Dorato, ma per l’inevitabile centro di gravità rappresentato da certi candidati: l’attrattività è tale da rendere preferibile più un passo di lato (o indietro) che non in avanti, rendendo dunque più appetibile concorrere per qualcuno che non per se stessi. E questa deve essere stata la considerazione di Dorato, che conscio delle sue possibilità elettorali non ha fatto altro che accettare di ingrassare – per quanto possibile – le fila di qualcun altro.
Ora, da che mondo è mondo la politica ci ha insegnato a non dare mai per scontato nulla, men che meno le alleanze insolite e le illuminazioni lungo la via di Damasco. Tuttavia, è esilerante il fatto di come in molti, al concretizzarsi di un voto, si rendano conto di non contare poi così molto: c’è chi rinuncia, e chi invece si integra, perfettamente, in ogni altra lista o coalizione.
È proprio il caso di dirlo: a caval Dorato non si guarda in bocca.
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