La massoneria è un trending topic consolidato e funzionale. La massoneria – e per meglio intenderci, l’accusa di essere un massone – è diventata negli ultimi anni un perfetto capro espiatorio per qualsivoglia “crimine”, specialmente in ambito politico. Atteggiamento portato avanti con fermezza dal Movimento 5 Stelle, tanto a livello nazionale quanto locale: quando vuoi attaccare qualcuno, dagli del massone.
E così è stato e così è ancora oggi, dove assistiamo alle sterili, ridicole e puerili sceneggiate di un Movimento 5 Stelle morente, dove l’unico argomento rimasto sembra proprio l’accusa ridondante di “massoneria”. Come se fosse un reato, o uno stigma, l’accusa aleggia su questo o quel candidato al fine di screditarlo o di gettarlo in cattiva luce, e riguarda spesso anche le persone più lontane da certi ambienti.
Insomma, ormai l’abbiamo capito: ognuno pare poter dire tutto ed il contrario di tutto, senza colpo ferire. Ed è grave, dato che poi le ricostruzioni si sprecano e si ergono artificiosamente a risoluzione di un mistero inesistente. La gara a chi è massone non esiste, eppure la caccia a chi deve esserlo è sempre aperta.
Anziché ragionare in base ai fatti preferiamo argomentare in base ai misfatti, indipendentemente dalla loro concretezza. Basta un pettegolezzo per far partire un meccanismo famelico, capace di colpire indistintamente chiunque. Potenzialmente anche me, o te.
Nel mentre, il dibattito politico scende un ulteriore gradino, continuando a perdere di credibilità, con il benestare di giornali, giornalisti e opinionisti.
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