Questa mattina ci si è svegliati in preda all’orrore collettivo: qualche scellerato, da subito additato come “adolescente viziato” o “piccolo incivile” ha compiuto un gesto sacrilego, ossia bruciare alcuni dei libri lasciati sulla spiaggia dall’associazione MutaMenti. Il misfatto è avvenuto lungo la fageta dopo il cimitero, dove l’associazione ha posizionato una delle sue spiaggia-library. Qualcuno, nottetempo, per alimentare il suo falò ha usato le pagine di alcuni libri messi a disposizione dei bagnanti.
Apriti cielo. La notizia ha fatto il giro del web, scatenando commenti indignati e numerosi articoli di giornali con annessi editoriali dalle domande amletiche: cosa siamo diventati? Dov’è finita la cultura? Perché i giovani si divertono a bruciare i libri? Considerazioni che oggi, online, verrebbero tranquillamente definite da boomer, dato che da che mondo è mondo per i falò vengono impiegate le più svariate forme di combustibile: davvero pensavate che dei libri in un cassetta della frutta sarebbero stati immuni?
Ad ogni modo, un brutto gesto che denota, ancora una volta, lo scarso senso di bene comune e di collettività, un’apatia che regna sovrana. Se per noi un oggetto – ad es. una panchina – non è utile, non ci impegnamo a tutelarlo, anzi, lo vandalizziamo perché ci risulta “inutile”. Quante volte avrete sentito dire che con tutti i problemi della città al comune vanno pensando ad altro? Ecco, il problema sta proprio li.
Aldilà dell’accaduto, la risonanza che ha avuto l’evento mi ha amareggiato. Non perché non fosse giusta o meritata, per carità, ma perché denota bene la linea censoria mantenuta dai quotidiani cittadini. Per intenderci, nessun quotidiano ha pubblicato neanche un articolo in merito all’atto intimidatorio da me subito, mentre tutti i siti possibili ed immaginabili hanno pubblicato un trafiletto sdegnato per un libro bruciacchiato.
Fa male, anzi, mi si perdoni l’accostamento infelice, brucia. Un atto intimidatorio, anonimo e regolarmente denunciato, vale dunque meno di una bravata. Non resta che prenderne atto, ed unirsi nella celebrazione dei feticci della società contemporanea.
Lascia un commento Annulla risposta