Più di qualcuno ha ironizzato sul fatto che, a partire dal quattro maggio scorso, la città si è riempita di novelli runner e ciclisti. Il fatto non è passato inosservato, tant’è che è stato rispolverato lo slogan “Crotone città dello sport” tanto in voga fino a qualche mese fa, mentre qualcun’altro ha visto con preoccupazione il fenomeno.
Aldilà di ogni ironia e di ogni necessità da fine lockdown, ci stiamo avvicinando sempre più alla riapertura vera e propria: manca una settimana da oggi, e milioni di italiani – me compreso – torneranno al loro lavoro, alla loro routine, alla loro normalità.
Un rientro che non sarà indolore o “leggero” come le corsette alle quali abbiamo assistito in questi giorni, e che potremmo prendere al balzo come stimolo per un cambiamento definitivo e radicale.
Il principale tema di dibattito nelle grandi città italiane infatti è rappresentato, oltre che dall’ovvia facilitazione della ripresa economica, dalla rimodulazione del trasporto pubblico e della mobilità urbana. Diminuendo i posti disponibili di autobus, tram e treni, sarà necessario trovare alternative.
Il governo nel Decreto Rilancio (fù Decreto Maggio e, prima ancora, Decreto Aprile) ha previsto un bonus per l’acquisto di mezzi di trasporto “alternativi” come biciclette o monopattini anche elettrici, nonché di altri strumenti di trasporto/movimento elettronici. Si parla di un bonus che coprirà fino a 500€, riservato (per ora) ai centri abitati con più di 50.000 abitanti.
Ora, sono anni che andiamo dicendo che Crotone è una città che si presta alla bicicletta. Il mezzo di trasporto era il più utilizzato nel dopoguerra, specialmente dagli operai che si recavano in fabbrica. Chiunque utilizzava la bici, comoda per il lavoro in città ed anche per spostarsi poco al di fuori.
Oggi invece è l’esatto opposto: anche le brevi distanza vengono percorse con la macchina, spesso andando ben oltre le situazioni di necessità personali. A questo punto, è opportuno chiedersi se vogliamo tornare davvero a questa situazione.
Ci sono mancati davvero gli ingorghi, i parcheggi in doppia e tripla fila, l’impossibilità di passare per un parcheggio fatto male? Bene, abbiamo modo di cambiare, e preferire, quanto meno per gli spostamenti in centro città, qualcosa di diverso dall’automobile.
È una palla da prendere al balzo, da non lasciarsi scappare. In questi giorni un po’ tutti hanno rispolverato le loro vecchie bici, ed in molti – almeno a parole – non vedono l’ora di sapere quanto poter spendere per una bici elettrica o a pedalata assistita. Perché relegare questi mezzi alla sola passeggiata sul lungomare?
Non cerchiamo scuse, ma fatti. La condizione delle piste ciclabili urbane è nota, ma è anche vero che, senza utenza, non si può sperare in una manutenzione costante ed accurata. Dobbiamo solo cominciare. C’è solo da pedalare.
Sempre che si voglia davvero contribuire a cambiare qualcosa.
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