In queste notti silenziose e tranquille, ci si trova inevitabilmente a fare i conti con dei rumori ben diversi dai soliti schiamazzi e dal passaggio delle autovetture. L’essere chiusi in casa ha infatti permesso ai veri “padroni” della notte di riappropriarsi dei loro spazi, e di trascorrere indisturbati le ore di buio tranquillamente appollaiati su alberi, balconi e sporgenze varie.
Nelle ultime sere infatti è diventato sempre più frequente il “richiamo” di qualche civetta, sentinella notturna dal verso inconfondibile meglio nota con il nome di cuccuvìu (anche se con tale termine è spesso indicato anche il gufo comune, dipende da zona a zona), che è possibile udire un po’ ovunque in città. A tal proposito, è bene ricordare che molti, erroneamente, pensano che il cuccuvìu sia la tortora confondendone i versi.
Il verso della civetta lo conoscerete bene, così come i vari versi dei gatti “randagi” (siamo pur sempre nel loro periodo di accoppiamento e di calore) e, se vivete in campagna o zone limitrofe, avrete familiarità anche con i vari versi della volpe comune. Ma per chi vive in città c’è un verso dimenticato da tempo: quello dell’assiolo.
Il piccolo gufo era sparito da tempo dalle zone urbane, e si poteva ascoltare solo fuori dalla città. Tuttavia, la calma di questo periodo deve averlo fatto “riavvicinare” alla flora urbana, essendo comunque un animale comune e notoriamente presente nel nostro habitat.
L’occasione di studiare la natura, in questi giorni, è ghiotta: riscoprire gli animali comuni (ma anche le piante, se ci tenete come il sottoscritto), ad esempio, è un ottimo stimolo nonché una valida conoscenza.
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