Se cercate la frase “ridotta capacità di smaltimento” su un qualunque giornale locale, troverete articoli che partono fin dal 2009. Sono dieci anni esatti che la gestione dei rifiuti a Crotone presenta le stesse identiche criticità, e sono dieci anni esatti che l’Akrea si giustifica allo stesso modo: è colpa degli impianti di smaltimento. L’ultimo annuncio è di appena qualche giorno fa, a seguito della denuncia di alcuni operai che lamentavano di non poter accedere all’impianto di Ponticelli.
Siamo alle solite: i camion possono scaricare 50 tonnellate di rifiuti al giorno, ma attualmente se ne producono tra le 80 e le 90 tonnellate. D’estate la città si riempie, ed il sistema collaudato nel periodo invernale non riesce a reggere: ad esempio, ogni estate si presentano problemi alle condutture dell’acqua o alla rete fognaria, troppo vecchie e malconce per reggere. Ed infatti, proprio qualche giorno fa abbiamo assistito alla prima rottura della stagione, in pieno centro.
Ma la spazzatura rappresenta senza ombra di dubbio il disagio peggiore. Abbandonata sotto al cocente sole estivo, contribuisce a diffondere quell’immagine di degrado e abbandono, contornata da quel puzzo acido al quale – purtroppo – ci siamo abituati. Eppure la situazione è nota, tant’è che lo stesso problema si è verificato più volte dal 2011 ad oggi. Fù l’emergenza rifiuti, nel 2014, a far dimettere il presidente dell’Akrea Salvatore Lucà, evento che lasciò il posto a Rocco Gaetani, recentemente riconfermato.
Lo stesso Gaetani che non si può dire abbia prontamente fronteggiato l’emergenza. Lo stesso che pochi giorni fa si vantava in televisione del sistema di raccolta differenziata cittadina, tra i più scarsi della regione ed attualmente attorno al 7%. Insomma, solite persone, soliti problemi, solite situazioni. Ma tant’é.
Insomma, i rifiuti a Crotone restano un problema. Problema che potrebbe peggiorare, dato che nessuno vuole nuovi impianti di smaltimento e di stoccaggio. Eppure, dovremmo chiederci che beneficio stiamo traendo dalla gestione “discariche zero“, visto che mantenendo i soliti impianti ci ritroviamo puntualmente con la spazzatura in mezzo alla strada non appena il numero di residenti subisce l’impennata estiva.
Resta poi l’incognita della Sovreco: dal 2011 la discarica “aiuta” nello smaltimento dei rifiuti urbani, ma la situazione potrebbe capovolgersi dopo un primo diniego a gennaio ed una proroga imposta dal TAR, che scadrà a breve. La Regione non è riuscita a coordinare l’eventualità di un trasporto di rifiuti fuori regione, e lo scenario che si prospetta è quello di enormi cumuli di rifiuti che finiranno per caratterizzare questa estate (e forse anche questo inverno).
Per adesso gli allarmi sono caduti nel vuoto. Ora ci ritroviamo con i primi sentori di un potenziale pericolo. Sarà troppo tardi, quando capiremo che ci servono dei nuovi impianti? Impianti che ci permettano di gestire i rifiuti autonomanente, e non con contratti da 50 tonnellate al giorno? Intanto, sono passati dieci anni. I cittadini pagano, ed i servizi latitano. A prosperare, anziché la raccolta differenziata ed il mitologico “porta a porta”, sono solo le scuse campate in aria e l’eterno emergenzialismo di cui, evidentemente, andiamo fieri.
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