Ormai è chiaro a tutti: il recente Consiglio dei Ministri svoltosi a Reggio Calabria, che ha provocato addirittura le ire dei catanzaresi, è stato un flop. Annunciato come un giorno del giudizio e non come una passerella, si è incentrato principalmente sulla sanità e sugli scarsi risultati ottenuti nell’ultimo decennio. Come ho già scritto, parliamo di un debito di oltre 319 milioni di euro, cresciuto esponenzialmente dal 2010 ad oggi.
C’è chi parla di giornata storica che prevede delle “modifiche sostanziali”, ma si tratta di una narrazione che può reggere solo tra chi non si è mai interessato all’argomento. La sanità in Calabria infatti è commissariata dal 2010, quando l’allora governatore Scopelliti divenne il primo commissario per conto del Ministero della Sanità. Dopo scopelliti fù il turno di Luciano Pezzi, ex generale della guardia di finanza, che lasciò il posto all’arcinoto Massimo Scura. Insomma, quanto dice lo stesso Ministro Grillo è falso: negli ultimi dieci anni i poteri straordinari sulla sanità non sono mai stati utilizzati dal Presidente della Regione.
Il piazzamento di un nuovo commissario in salsa cinque stelle non è altro che il proseguimento di un copione già visto e noto, con una sola differenza: un sostanzioso aumento nello stipendio di Cotticelli. Che sicuramente si troverà ad affrontare una situazione difficile e complessa, ma che può provocare speranza e piacere solo nelle tifoserie politiche e partitiche. Il commissariamento continua ad essere un problema, così come lo è anche il fatto che un tema come la sanità sia in gestione alle singole regioni e non allo Stato. Magari, più che un commissariamento, servirebbe una vera ripresa di potere e controllo da parte del Ministero.
Nel frattempo Oliverio ha già annunciato un ricorso alla Consulta Costituzionale, che tuttavia lascia il tempo che trova. Nel frattempo, sui drammi delle famiglie si continua a costruire una propaganda politica squallida, che poco si addice alle tristi e gravi situazioni nostrane.
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