Fino a qualche giorno fa, nutrivo un discreto senso di stima per Tria. Unico baluardo di serietà economica in quell’accozzaglia che è l’attuale governo, pareva l’unico a ricordare che i conti “non sono in ordine”, preferendo posizioni più moderate rispetto ai folli deficit proposti dai due vicepremier.
Eppure, mi devo ricredere: ieri sera Tria ha ceduto. Ha accettato uno sforamento del 2,4% che anziché finanziare una diminuzione del debito finanzierà le inutili e scellerate posizioni del governo. Butteremo dieci miliardi in reddito di cittadinanza, e garantiremo un condono a tanti “poveri”. Insomma, il cambiamento proprio.
Mi ha stupito non poco, il cedimento di Tria, che appena qualche giorno fa diceva di aver giurato nell’interesse del popolo Italiano. Beh, l’interesse reale del popolo era un deficit più basso, o più incentrato a ripagare gli oltre duemila miliardi di debiti che ci portiamo sul groppone. Il resto sono solo chiacchiere pericolose, addossate – come al solito – sulle spalle di chi verrà.
Un ministro serio non avrebbe ceduto. Avrebbe costretto una rimodulazione delle proposte. Ma non abbiamo un governo serio, figuriamoci un ministro…
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