Si sa, quando arriva l’estate si passa più tempo fuori. Qualcuno fa più tardi, fa le ore piccole, ed altri invece approfittano delle belle giornate per alzarsi presto e fare quattro passi, all’alba. E come dargli torto, con lo spettacolo di cui possiamo godere ogni santo giorno?
Con l’arrivo della bella stagione il lungomare si riempie di vita, e si ripresenta una questione annosa e mai risolta: quella dei rifiuti lasciati sparsi ovunque, quasi esclusivamente nel tratto di lungomare che và da Piazza Berlinguer alla Lega. Il lungomare In, quello della “movida”. Aumentano le bottiglie, ed aumentano anche le foto di “denuncia” postate sui social, che documentano e commentano lo scempio e generano ampi dibattiti online. Ampi dibattiti che non portano a nulla.
Non ci giriamo intorno: il crotonese è fitùso. Non cadiamo dalle nuvole, parlando di senso civico, educazione e quant’altro, perché perderemmo solo tempo. Il crotonese medio il cestino non lo cerca proprio, ed in fondo sa che, prima o poi, passerà qualcuno a pulire al posto suo.
D’altra parte però, sarebbe altrettanto disonesto dipingere una situazione del genere, ossia del tizio qualunque che, pur avendo il cestino a disposizione, non lo usa. Perché é anche vero che i cestini, d’estate, si riempiono molto più velocemente. Più persone, più consumi, più spazzatura. Possono una dozzina di cestini contenere i rifiuti di centinaia e centinaia di persone? Perché su tutto il lungomare In, quello della movida e delle passeggiate, ci sono appena 12 cestini dell’immondizia.
La risposta ovviamente è no, ed ecco che ci ritroviamo con bottiglie, bicchieri, piatti, e spesso anche sacchetti della spazzatura, praticamente ovunque. I locali ed i commercianti hanno l’obbligo di pulire le loro aree, e dovrebbero anche pulire ciò che i propri clienti lasciano in giro. Ma è impossibile risalire a dove si ha comprato un birra: passeggiano le persone, passeggiano anche le bottiglie. Dunque, che fare?
Magari, anziché sbommicare il nostro sdegno e la nostra indignazione su facebook, poremmo chiederci come mai non ci sono, ad esempio, delle campane per il vetro sul lungomare. O dei cassonetti – non cestini – per la differenziata. Se il tratto più vivo è quello, perché si trova sfornito di questo servizio? Perché di servizio si tratta, e dovremmo pretenderlo tanto quanto i biglietti delle giostre.
Qualcuno potrebbe dire che i cassonetti prima c’erano e li hanno rotti. Verissimo. Allora, perché non proporre un turno notturno di pulizia? Insomma, l’Akrea l’abbiamo, i dipendenti pure: non sarà l’azienda meglio organizzata del mondo, ma consapevoli del fatto che nel fine settimana c’è più gente in giro (e si sporca di più, di conseguenza) si potrebbe pure iporizzare un turno notturno. E non me ne voglia l’eventuale netturbino, perché sarebbe una cosa “estiva”, stagionale. Così, del resto, funziona in tutta Italia.
Insomma, le soluzioni ci sono. Evitiamo di perderci in inutili sproloqui sull’educazione, sul decoro urbano e quant’altro, che le foto su facebook lasciano il tempo che trovano. Chiediamoci come mai, invece, di anno in anno, ci troviamo sempre ad affrontare le solite tematiche, anziché risolvere o comunque tamponale. E proponiamo una soluzione, all’evidenza quotidiana che ci contraddistingue.
Magari, come incentivo alla proposta, potremmo suggerire a Rocco Gaetani che con tutte le bottiglie che si fanno d’estate, i numeri della differenziata impennerebbero sensibilmente! 😉
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