Non c’è molto da commentare sulla terribile esplosione che ha spazzato via, oltre che un intero appartamento a Lampanaro, parte di una numerosa famiglia. È successo, e le immagini sono abbastanza eloquenti per capire la violenza dell’esplosione, ed il dramma sociale che comporterà da qui a qualche tempo.
In questi momenti non c’è molto da dire. Ci sarebbe da fare, per quel che si può: ed una delle cose da fare sarebbe un rispettoso silenzio. Se non altro per il fatto che a Crotone è partito il solito ciù-ciù sulle “cause” dell’esplosione, con annessi misteri, complotti, mezze verità e quant’altro. Gossip. Pettegolezzi. Pure sui morti.
La città è dunque divisa in due frange: quella che ritiene plausibile la fuga di gas e quella che parla di bombe, esplosivi, e quant’altro. Quella della fatalità e quella dell’errore per malafede. Ed il dibattito pubblico è tristemente infarcito di affermazioni fuori luogo, sin da pochi minuti dopo l’esplosione.
Ci sono stati due morti, in città. Eppure, il cittadino è intento ad una gara di “avevo ragione io”, o “tel’avevo detto”, per determinare la causa dell’esplosione. Una miseria umana che si riflette anche sui social, con patetici appelli mossi dalla ricerca di consensi (nella vana speranza di riceverli realmente, oltre che virtualmente) o dalla classica facciata di finta benevolenza.
Tanto rumore, quando si dovrebbe solo saper stare in silenzio.
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