Ci siamo stracciati le vesti per l’Ucraina, definita niente poco di meno come “il centro dell’Europa” e sostenuta a spada tratta per mesi. Anzi, per anni. Ci siamo inimicati la Russia, disponendo sanzioni, blocchi commerciali, congelamenti di beni, arrivando persino alla follia di ridurre le forniture di gas pensando di fargli così un dispetto.
Adesso il gas lo compriamo dagli americano. Il GNL lo paghiamo quasi quattro volte in più rispetto al gas europeo/asiatico di cui avevamo grandi (grandissime) disponibilità, e che ora finisce a basso costo ad India, Cina e così via. Inoltre, sul gas che importiamo dagli “amici” d’oltre oceano, a breve dovremo anche pagarci dei dazi imposti unilateralmente.
Infine, sempre gli americani, dopo averci fatto chiudere conti e rapporti con la Russia, se ne escono con “una chiamata” con Putin. Vogliono la fine del conflitto. Dopo aver inviato miliardi in armamenti all’Ucraina, adesso dicono che pensare alla sua integrità territoriale è impossibile. Bisogna trovare un accordo. Bisogna finire la guerra.
Ed ecco che l’Ucraina, il paventato “centro dell’Europa”, scavalca la tanto amata unione e cerca di negoziare direttamente con gli americani, offrendole i giacimenti di terre rare. Un accordo stimato in un valore da 500 miliardi, che è forse il motivo per cui, negli ultimi anni, siamo stati tutti così attenti alla sorte della martoriata Ucraina.
Ci potremmo scrivere un romanzo, su questa storia. Un romanzo squallido, da quattro soldi: lo stesso valore che avevano le vite di tutti i morti nel conflitto, che sono morti – come è ora evidente – nell’illusione di una difesa patria che altro non era un possedimento minerario da svendere al migliore offerente.
L’Unione Europea sta sbagliando una mossa dopo l’altra, perdendo terreno (letteralmente) nei confronti degli Stati Uniti, che dicono di voler “marginalizzare” la loro presenza in Europa ma al contempo dettano leggi e condizioni. La viscidità Ucraina probabilmente farà storia, ma nulla sarà, in confronto, alla posizione di rinnovato vantaggio degli Stati Uniti, alla quale, secondo molti, è obbligatorio sottomettersi.
Un esempio moderno dell’inutilità non solo delle guerre, ma anche del concetto di “patria” e “identità nazionale”: da sempre una svendita di carne e sangue.
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