Ieri sera è stata portata a termine una notevole operazione di soccorso in mare della Guardia Costiera, che ad oltre 100 miglia nautiche dalla costa ha salvato 130 migranti oramai alla deriva. Come ricordato dalle stesse forze dell’ordine, l’operazione è stata particolarmente complicata per via delle avverse condizioni metereologiche: un’allerta arancione ancora in corso, violente precipitazioni, forti venti e mare mosso. Molto mosso. Secondo la Capitaneria di Porto, avrebbe raggiunto abbondantemente forza 5.
Le similitudini sono tante, con quel naufragio che appena due anni fà provocò la morte assurda di 94 persone. Perchè anche in quell’occasione era il mese di febbraio. C’era maltempo diffuso (pur senza allerta meteo). Il mare era tra forza 4 e 5. E l’imbarcazione era decisamente più vicina alla costa, e cioè a circa 40 miglia nautiche. Ma in quell’occasione nessuno intervenne, ed anzi si cercò subito di addossare la responsabilità prima agli scafisti – accusati di una “manovra azzardata” mai riscontrata – e poi ai migranti stessi.
Morale della favola: a distanza di due anni dal naufragio di Cutro, sono le stesse forze dell’ordine a sbugiardare il loro operato. D’altra parte proprio la Guardia Costiera ha sempre dichiarato infatti di poter uscire tranquillamente con un mare fino a forza 8, ma di non essere uscita, in quell’occasione, per via di “regole d’ingaggio complesse” che di fatto non le avevano permesso una tempestiva attivazione.
Sicuramente quel naufragio (il cui processo per accertare le responsabilità dei militari è ancora in corso) ha acceso un campanello d’allarme, al punto che ieri sera sono uscite addirittura due motovedette della Guardia Costiera più una terza di supporto pronta ad intervenire. Il che è un bene. Perchè dimostra inequivocabilmente che soccorrere è possibile anche in condizioni metereologiche impervie, come quelle di ieri sera.
E, d’altro canto, dimostra inequivocabilmente le responsabilità di quel naufragio di due anni fa, quando sostanzialmente le forze dell’ordine si girarono dall’altra parte. Manca solo da capire il perché.
Lascia un commento Annulla risposta