Questa mattina si è svolta l’ennesima conferenza dei servizi sulla bonifica del Sin di Crotone. Ho perso il conto di quante volte, negli ultimi anni, ho sentito parlare di queste “conferenze” e di questi “tavoli” che si svolgono più volte all’anno, sempre a Roma, e dai quali trapelano – con buona pace di chi ci lavora – delle informazioni sostanzialmente intuili per tutti noi cittadini. L’esempio odierno nè è una plastica conferma: come anticipato, ci si è riuniti attorno ad un tavolo ed ognuno ha ribadito la propria posizione, ha sbattuto i pugni sul tavolo e poi se n’è tornato a casa.
Più che un’anticipazione, potremmo affermare che si tratta di un copione. Un copione scritto anni fa, che va avanti da tempo immemore, e sul quale credo di aver già speso qualche parola. Una sceneggiata, dove l’interesse – a quanto punto evidente – non è neppure completare la bonifica, ma avere ragione, prevalere sull’altra parte.
Lo stesso primo cittadino, d’altra parte, ha ripetuto a più riprese che “avevamo ragione” sulle discariche all’estero. Perchè si, le discariche ci sono, ed è letteralmente la scoperta dell’acqua calda. Il problema non è la presenza di discariche all’estero, bensì portarci il tutto: operazione che richiederebbe anni, e che allungherebbe la fine degli interventi di bonifica.
Allo stesso modo l’Eni ribadisce che “aveva ragione” per quanto riguarda l’avvio dei lavori anche con un deposito temporaneo, e che lo sbancamento fermato dal Tar è stato solo parzialmente rigettato. Ed anche qui il problema sta nel fatto che sbancare senza un deposito è potenzialmente pericolo, ma vista la disponibilità della discarica di Columbra una parte di quei rifiuti si sarebbero potuti portare anche li.
Hanno tutti ragione, è evidente. Resta da capire a cosa serva, portare a casa questa ragione come un trofeo, da sventolare ad ogni comunicato stampa. Il 2026 è sempre più vicino, e le scorie sono ancora li.
Lascia un commento Annulla risposta