Qualche sera fà, a conclusione dei mercatini di natale, mi stato offerto un piatto di covatelli al sugo. Il ragazzo che me lo ha preparato e servito, nel consegnarmi il piatto, ci ha tenuto a specificare che “è offerto dal consiglio comunale di Crotone“. Evidentemente, così gli hanno detto di fare, e così ha fatto.
Volendo essere pignoli, quel piatto di pasta (buonissimo, per carità) non mi è stato offerto dal consiglio comunale, bensì dall’Eni: l’intero evento dei mercatini di natale è stato infatti finanziato con i fondi garantiti dalla multinazionale, che il Comune spende per attività di promozione territoriale e marketing.
Qui occorre però una riflessione: qual’è il target di questa campagna? Perchè ad essere sempre pignoli, sembra che l’obiettivo siano gli stessi crotonesi, ai quali si vuole dipingere una realtà migliore, spensierata, fatta di musica, luci, eventi, spettacoli, cibo aggratìs e chi più ne ha più ne metta.
Certo, è giusto così, nel senso che quei fondi si spendono per queste attività (come deciso dallo stesso ente e ratificato dal medesimo consiglio), ma al giorno d’oggi è semplicemente ridicolo “investire” del denaro in iniziative di questo genere. Sono soldi letteralmente presi e buttati, che avranno sicuramente allietato la serata di qualcuno, ma finisce tutto li, in un piatto di plastica con annessa posata da gettar via dopo pochi minuti.
Siamo ancorati alla logica della famigerata sagra del crustolo, tramutata in questo caso in quella del covatello. Un modello già fallito, vecchio, tenuto in piedi però dai fondi (questa volta dell’Eni) che stiamo lentamente erodendo e sperperando senza gettare le basi per nulla.
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