Questo pomeriggio è stata diffusa una nota dell’Asp di Cosenza, nella quale si annunciavano azioni legali verso coloro che avevano ripreso una “notizia” pubblicata in prima battuta da LaC (che trovate qui), che parlava di “indiscrezioni” circa quattro avvisi di garanzia di cui, al momento, non si sa nulla.
Ora, la questione delle transazioni con Bff Bank sta tenendo banco, a livello politico, oramai da giorni, e se n’è discusso anche in consiglio regionale. Tuttavia, è difficile credere che l’Asp stia mentendo a riguardo: se ha affermato che non è stato notificato nulla, non possiamo far altro che credergli, almeno fino ad una smentita ufficiale.
Apriamo dunque una parentesi sulle “indiscrezioni” che certi giornalisti continuano a dare come notizie, forse un po’ troppo sicuri del fatto loro (o della loro fonte). A Crotone c’è stato un caso meno serio – ma altrettanto grave – con la nomina del nuovo vescovo: un po’ tutti hanno sparato il loro nome nel tentativo di dimostrare di saperla più lunga degli altri. Ma a chi giova?
Che sia un nuovo caso di malainformazione, sempre tendente ad un colpevolismo sensazionalistico (che purtroppo in Calabria gode ancora di un notevole apprezzamento)? Lo scopriremo nei prossimi giorni: anche perchè se davvero l’atto citato dal giornalista viene direttamente dalla procura meneghina, è difficile credere che anche questa rimarrà in silenzio per troppo tempo.
Resta comunque l’ennesima ombra su un network – quello di LaC – che continua ad operare in modo ambiguo, e che chiuderà quest’anno non solo con il provvedimento per spionaggio e frode che riguarda l’editore, ma anche con l’onta di essere un portale sempre meno affidabile.
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