Qualche giorno fa mi è capitato di chiamare i Vigili del Fuoco per via di una notevole nube di fumo che fuoriusciva da un ex stabilimento balneare. All’interno di ciò che resta dell’edificio – completamente abbandonato ed accessibile a chiunque – aveva trovato riparo un senzatetto: pare sia un uomo del posto, che nei giorni scorsi si era riparato alla bell’è meglio in altre strutture del lungomare, occupando tettoie e terrazze prima di essere allontanato dalle guardianie.
Adesso quest’uomo non ha più posti dove ripararsi. In questi giorni mi è capitato di vederlo più volte sdraiato su una panchina in Piazza Berlinguer, rannicchiato e coperto solo dal suo giubbotto. Penso abbia trovato riparo in qualche altro anfratto, ma con il freddo che fa (e con quello in arrivo) non deve essere affatto facile sopportare le lunghe notti invernali.
Pensando di fare una cosa buona, alla fine penso di averne fatta una sbagliata. In città non esistono ancora strutture di accoglienza per queste persone, che sono sostanzialmente allo sbando e si rifugiano dove possono: adesso si sposteranno tutte nella stazione ferroviaria e nei sottopassi, dove la loro presenza è tollerata in inverno anche dai vicini Carabinieri, e dove i volontari sanno di poterli trovare per portar loro bevande calde, pasti e coperte.
È forse questo il caso in cui occorreva chiudere un occhio, e lasciare le cose come stavano.
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