Lo scorso anno, in occasione del capodanno Rai in città, avevo trovato profondamente ridicole le pretese di alcune associazioni locali (e di alcuni cantautori in prima persona) che avevano trovato ingiusto il fatto di non essere state coinvolte nello spettacolo di fine anno. Si era chiesto un incontro con il sindaco, un intervento del Comune, come se fosse opportuno – o peggio ancora, dovuto – permettere agli artisti locali di salire su quel palco per una esibizione, o anche solo per delle prove.
La cosa ovviamente cadde nel vuoto e non se ne fece nulla, ed alla fine dei conti è comprensibile la scelta della Rai di far salire sul palco solo i propri artisti. Fino ad oggi credevo che fosse una polemica tipicamente crotonese, dettata dalla retorica – tutt’oggi imperante – del favorire i locals indipendentemente da cosa facciano. Ma mi sbagliavo. Perchè oggi mi è capitato di dare questa notizia, che conferma che la stessa discussione si sta verificando anche a Reggio Calabria.
E c’è poco da fare, dunque, è vero che la Calabria è anche mentalità, e non sempre si riesce a comprendere che una manifestazione nazionale non è una festa di quartiere o di paese. Certe polemiche fanno sorridere, e forse estendono a tutto il territorio regionale quelle che erano le critiche di Nicola Giunta alla sua stessa città. Confermando, tra l’altro, il solito adagio: tutto il mondo è (non a caso) paese.
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