Non c’è limite al teatro dell’assurdo al quale stiamo assistendo da un paio di anni a questa parte. Oggi leggo che gli Stati Uniti hanno deciso, così, unilateralmente, di fornire delle mine antiuomo all’Ucraina. Decisione che arriva pochi giorni dopo un nuovo riarmo, un nuovo finanziamento milionario in missili e persino al via libera di colpire obiettivi militari in territorio russo. Gli ultimi giorni di questa amministrazione Biden caratterizzeranno il ricordo che in molti avremo della politica estera americana, con una insensata quanto inutile corsa alla guerra.
Per noi che siamo cresciuti con le immagini della guerra fraticida tra i Balcani, il “ricordo” di quelle terribili immagini è ancora vivido. Così come è vivida la memoria delle numerose campagne (sopratutto nei primi anni 2000 e oltre) per bandire globalmente questo tipo di arma, un po’ come si fece con quelle chimiche. Ma come sappiamo la realtà è ben diversa da quel mondo di pace e fratellanza che tanto idealizziamo (anzi, idealizzavamo).
Il famoso trattato di Ottawa, che vieta appunto “uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo” e ne impone la distruzione delle scorte militari, è stato condiviso dalla maggior parte dei paesi del mondo (ben 164) e firmato da una notevole maggioranza (133) tra cui l’intera Unione Europea, il Sud America e l’Oceania, nonchè la quasi totalità dell’Africa (ad esclusione di Libia, Egitto e Marocco). Mancano però tanti big all’appello: assenti molte delle nazioni asiatiche (Cina, India, Iran), assente la Russia, assenti gli Stati Uniti assieme ad Israele.
Questo vuol dire che gli Stati Uniti non violeranno alcun trattato, nell’inviare delle mine antiuomo all’Ucraina. E poi, pur violando trattati, gliene sarebbe fregato poco e niente. Il problema si pone sul versante europeo, perchè anche l’Ucraina ha firmato quel trattato che vieta l’utilizzo delle mine. Cosa farà dunque il disperato Zelensky? E sopratutto, cosa farà l’Unione Europea qualora si tornino ad usare mine antiuomo (bandite dall’intero vecchio continente) in quello che è stato definito a più riprese il “centro” o “cuore” dell’Europa?
Decisamente un’arma a doppio taglio. Il dubbio è che pur di far andare avanti un conflitto perso in partenza, si chiuda un occhio anche su questo.
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