Oggi ci sarebbe davvero tanto da commentare, ma l’attenzione non può che catalizzarsi sulla bocciatura, da parte della consulta costituzionale, del disegno di legge sull’autonomia differenziata. Ieri la notizia ha colto di sorpresa un po’ tutti, al punto che ad oggi la maggioranza non ha ancora commentato apertamente la cosa. Forse non se l’aspettavano neppure loro.
Urge qualche precisazione: anzitutto, la norma non è “incostituzionale” come dice qualcuno, ma parzialmente “illegittima”, nel senso che il testo riserva diritti e competenze a chi non ne ha. Il caso più eclatante è quello dei lep ovviamente, perchè la stessa corte ha ricordato che tali argomenti – che si pongono alla base dei diritti costituzionali che valgono per ognuno di noi – non possono essere decisi tramite decreto legge.
A mio modo di vedere, è questo lo smacco più grande per il Governo, già alle prese con una situazione simile per quanto riguarda i migranti. Così come un decreto legge non può definire quali siano i cosiddetti paesi sicuri, allo stesso tempo un decreto legge non può ridisegnare e ridistribuire i livelli minimi di prestazione dopo averli spacchettati. Una conclusione abbastanza logica alla quale erano arrivati in molti, anche nella maggioranza.
Adesso il testo andrà sostanzialmente riscritto, con buona pace del suo promotore – quel porcellum di Calderoli – che tanto si emozionò durante la veloce approvazione del testo. Ricordate? Sventolò anche una bandiera calabrese… una doppia vergogna per la Calabria, che è tra le regioni che neppure ha firmato il ricorso accolto dalla Corte Costituzionale.
Mi verrebbe da dire che, per questa legislatura, ormai è una pratica archiviata. Ma visti i blitz ai quale ci ha abituato questa destra, meglio andarci cauti.
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