Come dobbiamo leggere l’odierno comunicato del commissario Errigo? Dopo la pausa estiva (anche i commissari si fermano per ferragosto) è tornato subito alla carica con toni già evidentemente diversi da quelli concilianti ai quali ci aveva abituato nei mesi scorsi, arrivando ad affermare che “nessuno può pensare di ostacolare il percorso di risanamento in assenza dei necessari presupposti fattuali e giuridici“.
Un modo articolato per evidenziare la recente pronuncia del Tar sulla bonifica, che ha di fatto stroncato la posizione degli enti locali, ora ricorrenti. Il commissario prende atto solo ora di quelle che definisce “opinioni divergenti”, come se fino ad oggi non ne fosse a conoscenza, ribadendo però “l’evidenza giuridica” di dover proseguire con gli interventi.
Si sono sotanzialmente invertiti i ruoli, ed il commissario buono (quello che ascolta le istanze locali, dalla parte dei cittadini) è diventato il commissario cattivo (quello che fa la sua parte per conto di chi lo ha nominato, che ti ricorda sentenze e pareri di parte). Un passaggio scontato, di cui avvertii già mesi addietro.
D’altra parte, vale la pena ricordare che Errigo è stato messo qui per concludere un iter, non per contrattare soluzioni. Non potrebbe, e lo ha ribadito più volte. Così come continua a paventare l’impiego dei Carabinieri e dell’Esercito, usati come garanzia ed anche come deterrente.
Non resta che esporsi ulteriormente, in questa vicenda, per fare una previsione semplice: il ricorso al Tar di Comune, Provincia e Regione difficilmente sarà accolto. Di questo ne sono tutti abbastanza consapevoli, complici alcune difformità temporali nei documenti oltre alla reale carenza di strutture idonee sul territorio nazionale.
Adesso c’è solo da aspettare il parere del Tar sui ricorsi. Se ne cade uno, cadono tutti. E solo allora potremo vedere le vere carte scoperte del generale.
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