Ieri pomeriggio, a mare, l’acqua era tremendamente sporca. E come mio solito ho cercato refrigerio – senza trovarlo – a qualche centinaio di bracciate dagli scogli. Non più di 200, 250 metri… quella distanza tale da poter stare in pace senza nessuno attorno, con l’unico pensiero delle moto d’acqua e di qualche barcaiolo incauto.
Fermatomi a largo, ho visto che dietro di me c’era un’altra persona. Che veniva verso di me. Con un mare tanto grande era proprio il colmo. Dopo poco mi raggiunge, prende fiato e mi saluta. Ricambio, e lo avverto: andare più a largo non gli servirà a trovare acqua fresca. Ma mi ferma subito perché mi dice di non capire l’italiano.
Iniziamo a parlare prima un po’ in inglese, poi in francese. Mi dice di essere marocchino, e di essere in vacanza a Crotone con tutta la sua famiglia. Dopo qualche incomprensione iniziale (che il francese l’ho studiato a scuola) che lo aveva portato a spiegarmi dove si trovasse geograficamente il Marocco, abbiamo iniziato a parlare del mare, dei pesci, delle scogliere naturali li vicino e del fatto che poteva anche andarci a pesca.
Discorso che lo ha entusiasmato, spingendolo poco dopo ad andare a vedere con i propri occhi. Non prima che gli dicessi che è insolito trovare un turista marocchino. E li mi ha spiegato che suo padre ha lavorato qui come ambulante per tanti anni. Poi era tornato in Marocco, e ci teneva a far vedere al figlio ed al nipote la città dalla quale envoyè l’argent.
Storia curiosa, forse verosimile, chissà. Fatto sta che sembra aver apprezzato la città ed il mare, arrivando a dire che è molto simile con la sua città (di cui francamente non ho compreso il nome, ma solo che si trova vicino alla Spagna). Dopo i saluti, se n’è andato a cercare pesci con gli occhialini, ed io me ne sono tornato a riva con calma.
Uno di quegli incontri che puoi fare solo alla terza scogliera.
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