Nelle ultime settimane in tanti abbiamo riscoperto la bellezza di un campo coltivato a girasoli, dopo anni che non se ne vedeva uno così esteso nei dintorni della città. Campo che ha finito per attirare tantissimi curiosi al punto da divenire una vera e propria attrazione temporanea. Un cosiddetto luogo instagrammabile.
Tante foto, tanti video, tante riprese col drone. I social hanno fatto il loro corso, fornendo persino indicazioni su come raggiungere il campo e gli orari migliori in base al sole. Solo successivamente sono arrivati i giornali, che con la solita spocchia non hanno perso occasione per rimarcare una paventata “differenza” tra loro ed i social, nell’incauto paragone tra una professione ed una tecnologia.
E sarebbe necessario puntualizzare e sottolineare che – forse forse – i giornali sono intervenuti sulla “notizia” solo per sfruttarne il traino garantito dai tanti profili social, che di fatto hanno dato rilevanza ad una cosa del tutto normale e neppure così strana, visti i diversi campi che ci sono nella provincia. Ma Crotone, si sa, è un mondo a parte.
Così a parte che qualche domanda su una non-notizia sia rivenduta ai lettori come giornalismo, quando altro non è che l’equivalente di un breve video sulla piattaforma del momento.
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