Quando affermo che la lotta per la bonifica dell’ex area industriale di Crotone non è sempre mossa dal sano principio dell’ambientalismo, c’è un motivo. Ed il motivo torna ad essere evidente in queste ore, essendo divenuta di pubblico dominio una notizia “piccante” che risale al 22 marzo scorso.
La Regione Calabria, la Provincia ed il Comune di Crotone hanno sostanzialmente dato il via libera alla realizzazione di un gassificatore per rifiuti pericolosi e non. Si tratta di un sistema che verrà realizzato all’interno di un impianto già presente, capace di smaltire (leggasi bruciare) fino a 25 tonnellate di rifiuti organici di natura ospedaliera/sanitaria, con annesso sistema di lavaggio per contenitori e bidoni che contenevano tali rifiuti.
L’impianto in questione è quello di Passovecchio, oggi passato di mano ad A2A, multinazionale che sta lentamente prendendo il possesso di numerose infrastrutture sul territorio. Si tratta di un’area industriale realizzata a ridosso (letteralmente) del torrente Passovecchio, nonché a poche centinaia di metri dal mare e da tante altre realtà economiche del territorio.
Ed è quanto meno curioso che gli stessi enti che parlino di “tutela dell’ambiente” e di “fattore di pressione ambientale” abbiano dato il via libera a questo impianto. Certo, parliamo di una struttura sicuramente all’avanguardia il cui iter – iniziato nel 2010 – ha seguito tutte le fasi del caso. Ma perché A2A si ed ENI no?
E sopratutto, visto tutto il trambusto per la bonifica e la difesa del suolo, dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente generale… perché non se n’è detta neppure mezza parola? Misteri crotonesi.
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