Sarà una unpopular opinion, ma continuo a pensare che le pretese per “salvare” la Datel siano fuori dal mondo. E lo penso ancora di più dopo che questa mattina ho partecipato all’ennesimo sit-in di protesta al quale hanno partecipato qualche centinaio di lavoratori, piuttosto disillusi.
La tesi sostenuta dai sindacati (nella più ampia protesta che converge su più vertenze nel mondo della telecomunicazione) è che Tim debba essere in qualche modo “garantita” dallo Stato in quanto questo è un suo azionista. Ma capite bene che è una tesi fallata in partenza, perché Tim è una società privata dove la Cassa Depositi e Prestiti detiene meno del 10% delle azioni.
Un barlume di speranza per i lavoratori, agitato dai sindacati come “unica via percorribile” assieme all’apertura di un tavolo dedicato al Ministero. Ma è evidente che c’è ben poco da fare: nei vari incontri che si sono susseguiti si è solo provveduto a prolungare l’agonia di un’azienda che non sta per morire, ma è morta da tempo.
Se fino ad oggi l’Abramo Customer Care è stata in piedi grazie ai soldi dello Stato, è chiaro che qualcosa non funziona come dovrebbe. Perché l’azienda non riesce a trovare commesse, non riesce a trovare lavoro, non riesce a stare sul mercato. Certo, le colpe sono tante, a partire dalla “concorrenza sleale” di alcuni paesi.
Ma non ci dimentichiamo che proprio l’Abramo Customer Care tentò di delocalizzare in Romania ed Albania, costringendo diversi lavoratori ad accettare il posto all’estero, pena il licenziamento. Ora la musica è cambiata. La colpa sarebbe dell’intelligenza artificiale (!). Mai nessuno pronto ad ammettere gli errori nella gestione aziendale e le difficoltà di un settore in crisi da anni, che riesce a reggersi solo sul precariato e sullo sfruttamento dei lavoratori.
Ma questa è un’altra storia. Dispiace per le migliaia di persone che rischiano di perdere (anzi, perderanno) il posto di lavoro. Detto questo, però, è altrettanto inutile prenderle in giro prospettando futuri rosei o lotte sindacali ad oltranza. Non porteranno a nulla.
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