In queste serate domenicali ho riscoperto il piacere di guardare un po’ di tv senza fare altro. Il merito è tutto di alcuni programmi degni di nota, che prima dell’estate tornano ad arricchire il palinsesto televisivo anche durante la settimana. In particolare, ho ripreso con piacere a seguire Indovina chi viene a cena, giunto alla sua ottava stagione su Rai 3.
Penso che, oggi come oggi, sia necessario un approccio brusco e diretto sul tema delle “ipocrisie e le contraddizioni del sistema di sfruttamento delle risorse” riguardanti ambiente, animali e cibo. Una catena che ormai non riconosciamo più, e che nasconde sempre più insidie.
Però, mi viene anche da dire che le denunce fatte dalla trasmissione sono cose note da anni, almeno a noi che seguiamo (non sempre attentamente) la vicenda. Ad esempio: la questione dei brevetti sui semi, venduti in combo con i pesticidi. Parliamo di cose non solo note, ma addirittura tollerate e spacciate come “necessarie” se non “essenziali” per la produzione.
Il mondo della produzione alimentare è cambiato drasticamente, ed in peggio. Ma quanto è possibile cambiare questo sistema, oggi? Quanto è credibile ipotizzare che l’intera popolazione nazionale non si rifornisca più in un supermercato, preferendo GAS o coltivatori diretti? Pare più un’utopia che un’alternativa.
Resta comunque una trasmissione da seguire, da capire e da apprezzare, sopratutto in un periodo di forte polarizzazione anche su un tema essenziale come quello sul cibo.
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