La vicenda del Marine Park Village è destinata a concludersi in sordina, così com’è nata. Perché l’intero impianto accusatorio è finito in prescrizione, e la notizia è prossima a deflagrare in città. E di fondo non stupisce nessuno.
Parliamo di una vicenda iniziata nel 2011, con il famigerato “permesso a costruire” rilasciato dal Comune di Crotone a due imprenditori del posto. Grazie al quale vennero edificate 79 fondamenta per altrettanti bungalow e costruita la struttura per una piscina. Il tutto a Scifo, fronte mare.
Nell’ottica (predatoria) degli imprenditori, li doveva nascere un villaggio turistico. Peccato che parliamo di un’area vincolata paesaggisticamente ed archeologicamente, che gli imprenditori avrebbero dovuto sfruttare solo per agricoltura. Ma per anni ognuno ha fatto ciò che ha voluto, e gli enti locali si sono girati dall’altra parte.
Nel 2016 il cantiere venne sequestrato, quando oramai il grosso era fatto. Ne nacque una lunga trafila legale, con tanto di un esposto in Procura e del sequestro dell’area, per arrivare infine alle cinque condanne del 2021. Nel mentre, il Comune aveva ordinato la demolizione dei manufatti, che ovviamente non è mai avvenuta ed è stata sollecitata di recente.
Adesso all’orizzonte si profila uno scenario diverso. Che poi, era quello che avevamo già intravisto un po’ tutti: lo spettro di un’incompiuta. Non solo nella sua realizzazione (che ha devastato un’area incantevole), ma anche nella sua demolizione. Chi si farà carico di tutto questo? E sopratutto, quando?
Si attende, adesso, una comunicazione da parte dell’ente. Di comunicati ne mandano a decine ogni giorno, vedremo se la questione rientra nelle loro priorità.
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