Sul finire dello scorso anno il Comune di Crotone aveva dato il via ad una “gara tra creativi” per ideare la nuova maschera carnevalesca cittadina. La città infatti non aveva una propria mascheda di carnevale, ed in generale si è sempre fatto riferimento a quella regionale, cioè Giangurgolo.
Ora, sappiamo tutti che carnevale è una festa goliardica, dissacrante. E di fatti Giangurgolo rappresentava quelli che al tempo della sua ideazione (siamo nel XVII secolo) erano i “vizi” dei calabresi. Difatti è definito come una “persona di molte chiacchiere, di grande ingordigia e fame“.
Oggi però il senso della maschera carnevalesca è stato ribaltato. Completamente. Al punto che nel concorso di idee messo a punto dal Comune si parla della maschera come prodotto che ha “un significato filosofico, scientifico, antropologico ed illustrare un percorso inclusivo, democratico e sociale e prendere spunto dai miti e dalle storie, dalle arti, dai mestieri, dai sapori del territorio“. E chi più ne ha più ne metta.
Non stupisce quindi che la scelta sia ricaduta sul più ovvio dei clichè, ossia Pitagora. Quel filosofo che da noi ormai è diventato una macchietta, un nome da buttare in ogni discorso, da affibbiare ad ogni cosa. Anche ad una maschera di carnevale.
Il bel disegno della giovane studentessa è stato presentato ieri mattina, in occasione del martedì grasso. Probabilmente verrà utilizzata a partire dal prossimo anno, visto che oramai siamo arrivati alla fine delle celebrazioni. Vedremo come l’ente deciderà di utilizzarlo.
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