Anche in Calabria si accende (almeno un po’) il dibattito sull’autonomia differenziata. Non tanto, a dire il vero, essendo il governatore Occhiuto succube a strategie politiche e partitiche che gli lasciano poco spazio di manovra sul tema. Ma al netto del suo ottimismo di facciata, anche il centro-destra calabrese è preoccupato dagli effetti del decreto a firma Calderoli.
Nei giorni scorsi si è assistito ad una rara spaccatura di un fronte altrimenti blindato. E ci ha pensato la sindaca di San Giovanni in Fiore, nonché presidente della Provincia di Cosenza e dell’Anci regionale, Rosaria Succurro, esponente di spicco di Forza Italia. Proprio lei, in funzione del suo ruolo – e dunque rappresentando i timori della quasi totalità dei sindaci calabresi – si è apertamente schierata contro l’autonomia differenziata annunciando la partecipazione a proteste e cortei.
Una scelta che rappresenta un unicum nel centro-destra, dove al momento vige la prostrazione alla narrazione nazionale ed i salamalecchi verso qualsiasi leader di partito. E di fatti, a distanza di poche ore dalla presa di posizione della sindaca, sono stati proprio altri esponenti del centro-destra regionale ad attaccarla apertamente.
La più agguerrita è (o forse deve essere) la deputata leghista Simona Loizzo, che prima ha invitato l’esponente forzista a darsi al tennis e poi ha rincarato la dose prospettandole le dimissioni. Perché secondo lei la “linea politica” è chiara, e non sia mai che ci possa essere del dissenso o qualche dubbio.
Sarebbe bello bollare il tutto come una piacevole lite tra primedonne, alla quale assistere con il consueto sacchetto di popcorn in attesa della battuta più sagare o dell’insulto più articolato. Ma questo è il clima politico all’interno di una maggioranza che si sta barattando il futuro di questo paese: la decisione è già presa, anche se alla Calabria costerà cara.
Ma la Loizzo questo non lo sa, perché non è un sindaco nè un amministratore locale. Lei sta a Roma, e ragiona come ragionano li. E ripete quello che ripetono li. Con buona pace delle istanze della sua terra.
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