In questo mese ho provato (più o meno attivamente) diversi social network, tra cui il nuovo Threads. L’idea è quella di sfruttarlo per il giornale, in un modo o nell’altro, ma dopo qualche settimana mi sono reso conto che è una battaglia persa.
Sostanzialmente, più che il nuovo Twitter, pare il nuovo Instagram. Ci sono quasi esclusivamente foto o brevi video di giovani ragazze seminude, ammiccanti, che si riprendono mentre ballano o fanno ginnastica. Tutte in posa, tutte agghindate, tutte perfettamente belle ed in ordine.
Le foto sono corredate da brevi commenti, spesso volgari, affermazioni al limite dell’immaturità se non dell’idiozia. L’ostentazione (cafona) che una volta facevano i maschietti della loro “vida loca” appartiene ora alle femminucce.
E mentre mi angoscio per tutto quello che accade intorno a me, osservo attonito le decine di migliaia (o centinaia di migliaia) di interazioni di un breve video in cui si vedono delle nudità.
Osservo disgustato l’ostentazione del proprio corpo, e relativi commenti sottostanti di pari volgarità per i quali c’è sempre la stessa, ammiccante, risposta. E tutti chiedono “mance”, e tutti chiedono “contributi”, e ‘ste robe girano e fanno numeri che certe notizie non vedono neanche con il binocolo.
Non mi resta da fare altro che metterci una pietra sopra, perché di nuovo non c’è nulla: ed è un problema sociale, non di tecnologia. Perché questi social ormai incentivano questo, ed è il problema più grande del nostro tempo.
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