Prosegue l’iter di discussione per l’autonomia differenziata, un po’ nel disinteresse generale un po’ nello sconforto. Dopo un primo via libera adesso se ne parlerà in Senato, ma l’impressione è che il Governo stia dando una bella accellerata per approvare quanto meno una prima bozza.

La bozza, ovviamente, è quella che piace al nord. È quella a trazione leghista, ma che fa i comodi anche per i governatori di “sinistra” che ben vedono l’idea di tenersi quei quattrini. Così ognuno va per sè, e degli altri ce ne fottiamo.

Che poi di fondo è un mantra storico, qui in Italia: un paese che non è mai stato veramente unito se non politicamente, e che mantiene vive, ancora oggi, le differenze di oltre due secoli fa. C’è un nord che non ne vuole sapere del sud, e c’è uno Stato che vuole assecondare solo la parte produttiva del paese. Fine della storia.

Ad essere grave, però, è la sottomissione dei politici del centro-sud. Mi riferisco anche al nostro governatore, Occhiuto, che è ben consapevole del danno che arrecherà l’autonomia alla Calabria (danno di cui anche lo Stato è consapevole). Nonostante qualche timida espressione di dissenso, anche lui è prono al suo partito, che di certo vuole il benessere, si, ma del nord Italia.

Anche perché il promotore della bozza, l’oramai storico Calderoli – già padre del Porcellum – non le manda di certo a dire. Dietro all’aspetto morigerato che indossa a favore di telecamere, è la stessa persona che rivendica con orgoglio cori razzisti. E lo fa pubblicamente, nel “suo” nord, tra la “sua” gente.

Il silenzio politico che c’è al Sud, però, dovrebbe fare più rumore. Il tutto è ancora in divenire, ma vale la pena mettere nero su bianco che non potremo chiamarlo “scippo”, nè “furto” nè “rapina”. La politica meridionale ha chinato il capo e sta lasciando fare, in balia di eventi narrati come già scritti.

Forse c’è chi ci intravedere qualche possibilità, anche solo personale o politica. Forse c’è chi ci crede davvero. E forse c’è chi pensa che in fondo, dopo anni passati così malamente, un cambio di regia non possa poi fare male. L’unica cosa certa è l’amo è stato gettato, e noi ci stiamo abboccando. In un modo o nell’altro.

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