Stavamo attendendo un po’ tutti una qualche dichiarazione di Roberto Occhiuto sul “contributo” richiesto dal Governo alla Calabria ed alla Sicilia per realizzare il famigerato ponte sullo stretto. E questa mattina il governatore ha esaudito le nostre richieste, rilasciando un’intervista pubblicata questa mattina.
Occhiuto è molto pragmatico, e sa nuotare tra i numeri. La sua considerazione è tanto semplice quanto aberrante: vale la pena mettere ‘sti 200 milioni di euro perché il Governo si è comunque impegnato per realizzare opere per svariati miliardi. Tanto basta per depennare tutta la questione come la classica “opportunità” da non lasciarsi sfuggire.
Detta così, è quasi un discorso banale, ovvio. Ma questa è politica. Sono parole. La realtà è piuttosto differente, perché al momento in cui parliamo le rivendicazioni di Occhiuto (come i 3 miliardi sulla Statale 106, per dirne una) si basano su promesse, non su fondi realmente stanziati.
È vero, il Governo si impegna a stanziare quasi 13 miliardi per il ponte sullo stretto. E dunque non stanzia un bel niente: l’idea è quella di mettere a disposizione i soldi da qui a venire, e dunque negli anni futuri, sempre previa fattibilità e disponibilità. Parliamo dunque di un impegno non vincolante, nè tanto meno certo.
L’unica cosa certa è la decurtazione dei Fondi di Coesione e Sviluppo regionali: una cifra tra i 200 ed i 300 milioni di euro di soldi europei che dovevano essere destinati ad altri progetti. Apriamo una parentesi per ricordare che comunque tali fondi possono essere destinati ad infrastrutture ed opere pubbliche, e dunque dice il falso chi afferma che sarebbe “la prima volta” che si vede una cosa del genere.
Ma torniamo al nodo dei fondi. Perché il Governo ha parlato di una rimodulazione (che dunque lascia intendere un cambio di destinazione di fondi già stanziati per altro) mentre oggi Occhiuto parla di impiegare quei fondi non ancora spesi o mai assegnati. Chi dice il vero?
Ad oggi non possiamo saperlo, e solo una volta pubblicata la bozza di bilancio vedremo da dove si vogliono andare a prendere ‘sti soldi. Quel che appare chiaro, comunque, è questa mitologica infrastruttura è stata politicamente ed economicamente imposta: anche se non sarà mai realizzata, continuerà ad ingrassare le tasche di progettisti e politicanti assortiti. E questa volta lo farà anche con denaro che sarebbe dovuto servire a migliorare la nostra realtà.
Riprendendo in parte il titolo del numero zero di Bizzòlo, qua si sta a culo a ponte. Ma noi. Non di certo Occhiuto, men che meno Salvini.
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