Inutile girarci intorno, la notizia del protocollo d’intesa (di cui ancora sappiamo ben poco) tra Italia e Albania per la gestione condivisa dei migranti è divenuta rapidamente il tema caldo della giornata, e così sarà per tanti giorni a venire, quanto meno finché non si capirà meglio di cosa stiamo parlando.
Pare comunque assodato che il Governo italiano abbia chiesto ed ottenuto la costruzione di due centri per migranti al di fuori del proprio territorio nazionale. Si tratterebbe di CPR, pronti ad ospitare fino a 36 mila migranti (uomini) in un anno. Dovrebbero essere pronti per la prossima primavera, o comunque nel 2024.
Una riflessione è d’obbligo, anche perchè secondo il protocollo (che non è ancora un accordo formale, ma una sorta di preaccordo sulle intenzioni) tutti i costi sarebbero a carico dell’Italia, e dunque sulle spalle nostre. Ma non costa di più questa gestione esternalizzata, rispetto all’eventuale potenziamento dei centri già in Italia?
Andando oltre la mera questione economica, ci sarebbe anche quella logistica, perché questi centri accoglierebbero solo gli uomini. Una “complicazione” che rischia di trasformare l’intero progetto in qualcosa di illegale, perchè la selettività è vietata e non si possono far sparcare i migranti a scelta. Ma ripeto, non c’è ancora un testo definitivo, ma solo un’idea concordata tra i due paesi.
E qui veniamo alla nota dolente. Che non va tanto alla Meloni – che pur deve fare un po’ di propaganda anti-immigrazione – ma a Rama. Che si è sostanzialmente prostrato ad una richiesta di per sè discutibile (ossia le gestione dei migranti in territori extra-ue) apparentemente senza chiedere nulla in cambio. Così, per amicizia. Per bontà. Per “dare una mano“.
Nessuno crede a queste parole. Nè in Italia nè in Albania. Anche perchè è stata la stessa Meloni a paventare una maggiore pressione per l’ingresso dell’Albania in Europa, e dunque a garantire qualcosa in cambio. Inutile parlare ora di altre ricostruzioni (come una presunta intesa per la costruzione di una rete ferroviaria), perché, ripeto, il testo ancora non esiste.
Di per sè, resta un’idea aberrante. Seppur giuridicamente potrebbe essere fattibile (nessuno esclude gli accordi tra Stati, che possono collaborare su molti temi pur dimostrando di rispettare protocolli e standard internazionali) parliamo di un tentativo subdolo di “delocalizzare” la gestione dei migranti. In attesa di sapere se vanno rimpatriati o no, anziché lasciarli a piede libero in Italia li spediamo in Albania.
Fantastico. Un’idea degna del premier britannico Sunak, che ha pensato di spedirli niente poco di meno che in Ruanda. Un accordo meraviglioso, ovviamente bocciato dalla Corte Europea e destinato ad essere bocciato anche dai tribunali inglesi. Perchè? Perchè lede i diritti umani.
Per questo accordo albanese, tutto dipenderà dal testo contenuto nel documento finale. Perché a parole sia Meloni che Rama possono dire tutto, ma in pratica farà fede quanto scriveranno: e non ci vuole molto a capire che, così strutturato, questo accordo farà la stessa fine di quello inglese.
Lascia un commento Annulla risposta