Erano anni che mi ripromettevo di provarci, e finalmente ne ho avuto la possibilità. Questa mattina ho partecipato anche io all’Eurobirdwatch, in particolare all’evento svoltosi presso il lago dell’Ariamacina: una partecipazione ovviamente da neofita, da persona senza alcuna infarinatura sull’attività.
Personalmente, da amante della natura, non avevo mai pensato di passare del tempo ad osservare degli uccelli. Che poi, a pensarci, è quello che già faccio quando dedico tempo a guardare animali, insetti, pesci… cercando di capire il loro comportamento, ma anche piante, alberi, fiori.
Durante il periodo del coronavirus ho però avuto più tempo per osservare anche gli uccelli, in particolar modo quelli marini, impegnati in sessioni di caccia indisturbata. Ma è stato impossibile non notare anche alcuni esemplari notturni, difficili da vedere ma inconfondibili al canto. Ecco, forse l’interesse è nato da li.
Ebbene, oggi dopo una giornata passata col binocolo a fare avanti e indietro sono piuttosto frastornato. A parte alcuni esemplari inconfondibili (cornacchie, corvi, gabbiani, germani, garzette, aironi) mi sono subito confrontato con altri partecipanti ben più esperti, capaci di distinguere le varie specie dal solo verso, anche in lontananza.
Un solo battito d’ali, un misero profilo: tanto bastava a riconoscere questa o quella specie. Mi sono reso conto, in altre parole, di avere una conoscenza estremamente limitata dell’ambiente circostante, di non conoscere affatto (o comunque, quasi per nulla) quelle creature.
C’è dunque da lavorare anche su questo, con il giusto tempo da dedicarci. Certo è che l’iniziativa si è avvalsa di validissimi collaboratori, capaci di invogliare e coinvolgere, ma sopratutto realmente appassionati non solo dell’avifauna, ma anche della natura.
Un’esperienza dunque da ripetere, e da prendere come base per tornare a fare qualche bella foto là fuori.
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