Nel corso della mia vita ho partecipato – come quasi tutti, credo – ad un certo numero di concorsi pubblici. Spesso li ho fatti qui da me, ogni tanto anche per posizioni da ricoprire altrove, e per adesso va da se che non è andata poi così bene.

C’è però da appuntare una notevole differenza sul modo in cui si svolgono tali concorsi, tra nord e sud. Anche solo a livello organizzativo e di comunicazione.

Esempio: qualche settimana fa, proprio a Crotone, c’è stato un mezzo putiferio per un corso pubblico bandito dalla Provincia, per un posto di comunicatore a tempo determinato. Il concorso non è stato adeguatamente pubblicizzato, in molti non ne sapevano nulla, ed alla fine è successo un casino che portò alla riapertura dei termini.

Questo “mistero” è tipico dei concorsi pubblici. Se ti informi bene, altrimenti fatti tuoi. Ed è un modo di agire diametralmente opposto rispetto a quello che si sperimenta partecipando ad un concorso pubblico bandino nel nord Italia, e svolto oramai quasi sempre su piattaforme informatiche.

Ricevi decine e decine di avvisi via mail, dalle date delle prove ai testi da studiare, fino ai reminder per configurare pc e smartphone. Mentre qui da noi si gioca a farti dimenticare (o meglio ancora a non farti sapere), altrove ti spingono a partecipare, ti spronano.

Ad ogni modo, dubito che passerò anche questo concorso. Oramai dubito di tutto, non mi sento buono a far niente e se c’è una sola che desidero è perdermi in campagna, o in mare. Forse non sono un uomo da scrivania, in fin dei conti. O forse si.

O forse è ancora troppo presto per fermarsi.

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