Da quest’anno sono anche io un giornalista. Nel senso che ho deciso di iscrivermi regolarmente all’ordine, coronando in un certo qual senso un lungo percorso di attività da cronista. Ed il mio ingresso in questo mondo coincide con il 60° anniversario dell’ente, che ha celebrato l’evento con una frase condivisibilissima: il dovere della verità.

Per dovere di verità, è bene però evidenziare alcune criticità con questa benedetta iscrizione all’ordine, quantomeno presso la segreteria calabrese, con la quale è difficile interloquire ed avere informazioni.

Partiamo dall’inizio. Mi iscrivo al colloquio per aspiranti pubblicisti che si svolge in marzo, portando tutta la documentazione cartacea a Catanzaro. Niente pec, niente mail: centinaia di articoli stampati. Ma va bene. Preparo una cartellina vecchia maniera, e via.

Al giorno del colloquio – che con mia grande sorpresa ha coinvolto quasi una ventina di persone, pensavo meno – arriviamo tutti allo stesso momento. Ci è stato riferito infatti lo stesso orario (tra le 9:00 e le 10:00) ma poi il test lo si svolge tre alla volta. Si sarebbe potuto scaglionare, ma va bene anche questa, si attende e si porta pazienza.

Non starò qui a darvi informazioni su com’è articolato l’esame. Vi dico solo che sono (almeno nel mio caso) 10 domande, alcune a risposta multipla, altre a risposta aperta, su temi di varia natura, dalla cultura generale alla storia, dalla politica al funzionamento (ovviamente) dell’ODG. Consegnato il foglio, ci viene detto che saremo avvisati dell’esito nel giro di breve.

Questo “breve” però è oltre un mese. La mail che ci notifica l’avvenuta iscrizione giungerà solo sul finire di aprile, con l’invito ad inviare ulteriori documenti e le fototessere (che si sarebbero potute portare prima, a saperlo) per il rilascio del tesserino. A meno di non voler riandare a Catanzaro, si spedisce una bella lettera e si attende.

Fin qui tutto bene. Se non fosse, però, che da fine aprile ad oggi non ho avuto alcuna comunicazione da parte dell’ODG. I nominativi non compaiono sul sito istituzionale (dettaglio in comune con molti neo-iscritti), ed a quanto pare bisognerà sollecitare parecchio, altrimenti le pratiche finiscono nel dimenticatoio.

Ma, cosa forse ancor più grave, c’è la questione del tesserino. Avremmo dovuto riceverlo nel giro di un paio di settimane. Ma nonostante le mie diverse chiamate (dove venni rassicurato: prima entro giugno, poi entro luglio, poi entro la fine dell’estate) ad oggi non ho ancora ricevuto la raccomandata.

Ora, capiamoci: non è che mi serve il tesserino per spararmi la posa in giro. Trovo però inconcepibile che sia necessario tutto questo tempo solo per essere iscritti. Insomma, è passato quasi anno (con quota pagata) e non posso sapere neppure il mio numero di tesserino, utile magari anche solo per candidarsi in qualche redazione.

Ho voluto attendere “la fine dell’estate” per vedere se effettivamente arrivava qualcosa, ma nulla. Lunedì chiamerò nuovamente l’ordine per avere nuove tempistiche o eventualmente per andare io in sede, ma anche questo lo trovo estremamente scorretto, pur comprendendo che si tratta di un ente non economico.

A questo punto l’ideale sarebbe ricevere il tesserino entro l’anno, e sperare che per il 2024 quanto meno il codice fiscale sia caricato sul portale nazionale in modo da potersi accreditare per i corsi, cosa altrimenti impossibile da fare.

Dunque, banalmente, il “dovere delle verità” ci impone di scrivere nero su bianco che tra le tante problematiche che può presentare l’ordine dei giornalisti, ve ne sono alcune prettamente strutturali, di natura pratica, quanto meno in Calabria. Problematiche che potrebbero essere facilmente risolte e superate, se solo si volesse.

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