Tornare a ritmi di vita più lenti dopo un anno passato a lavorare nella GDO è un po’ snervante. Se non altro perché prendi a fare un po’ tutto con velocità, quasi di fretta, mentre adesso puoi dedicare ad ogni cosa il suo tempo. È un passaggio graduale, al quale mi riabituerò.

Se non altro, questi mesi non li dedicherò subito alla ricerca di un nuovo lavoro. Quel poco che riceverò per la conclusione del rapporto mi basterà per arrivare alla fine dell’anno, dove sarà opportuno tirare delle somme e prendere delle decisioni.

Ma non subito. Non ora. Non di fretta. La fretta è cattiva consigliera. Ti fa accettare un lavoro ben pagato ma che ti blocca in una condizione misera, dalla quale poi non puoi più uscirne per timore di non trovare altro. Allora è importante avere un asso nella manica.

Ed io in fondo l’asso l’ho sempre avuto, con il lavoro al giornale, con le varie attività extra che svolto. Roba che non ci sbarchi il lunario, ma con la quale campi. Campicchi. Ma che almeno ti da la possibilità di reinventarti, ancora una volta.

Fermarsi e formarsi. Ancora. Da un periodo di fermo lavorativo passerò ad un periodo di formazione, l’ennesimo, che spero serva. Vedremo. Ho accumulato decine di attestati negli anni, ed oramai sono poco più che cartoline ricordo. Ma almeno, ci si prova.

Che poi ci si riesca, è un altro paio di maniche.

Una risposta a “Fermarsi e formarsi (dinuovo)”

  1. […] motivo è semplice: anche lui ha lasciato il lavoro. Un bel lavoro, nella GDO, lo stesso che avevo anche io seppure in una catena diversa. Ma i motivi sono sempre quelli: tante ore di lavoro (troppe, sempre […]

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