Qualche giorno fa ho letto il lungo e completo articolo del Post riguardo ai problemi dei consultori in Calabria. Questo è stato realizzato sulla base delle denunce dell’ennesima associazione femminista che rivendica le difficoltà ad accedere a dei servizi che dovrebbero essere garantiti, anche nei lembi di terra più sperduti della locride.
Non voglio però soffermarmi sull’articolo in sè, ma sui commenti. Su di un commento. Che dice testualmente: “Il motivo per cui pago un abbonamento al Post e non a LaC news/Corriere della Calabria“.
Premesso che i due giornali citati sono leggibili gratuitamente e non propongono alcun piano di abbonamento ai propri lettori, quello del commentatore è un colpo basso: perché i due quotidiani citati – assieme a tanti altri presenti a livello regionale, grandi e piccoli – si sono occupati più e più volte dell’argomento.
La differenza, semmai, sta nella capacità di copertura della notizia: motivo per il quale anche i calabresi si trovano a leggere per la prima volta di queste cose su di un giornale nazionale anziché su uno locale. Ciò non vuol dire che però i giornali locali non se ne occupino.
Dispiace dover constatare questo continuo sminuimento dell’attività a livello locale, che al netto della morbosa attenzione alla cronaca è sempre più attenta a certe tematiche. Basterebbe dedicare qualche minuti in più a cercare queste notizie, leggerle e confrontarle.
Sempre che si voglia farlo, ed a meno che non si preferisca pagare un abbonamento per leggere una notizia ogni tanto sulla regione che si pretende di conoscere meglio.
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