Ieri pomeriggio è stata pubblicata una notizia curiosa, per più aspetti: un’associazione di quartiere avrebbe individuato una frana sul calanco al di sopra del cimitero, allertando la Prefettura. Il tutto sarebbe frutto di una rilevazione “a vista”, con dati puramente indicativi emersi nel corso di una “perlustrazione”.
La notizia ha generato un vivace chiacchiericcio, al punto che in molti vanno ripetendo che “sta crollando la montagna sul cimitero“. Ovviamente non è così. Ed ovviamente quella non è neppure una vera e propria frana, bensì uno smottamento.
Gli smottamenti sono fenomeni tipici ed intrinsechi delle formazioni argillose, come i calanchi attorno ai quali è costruita la città. Coinvolgono quasi sempre la parte più superficiale, e si verificano in due forme: come fratture o come affossamenti.
Quando guardiamo i calanchi pensiamo che siano stati sempre così, magari anche traditi dalla loro età (quasi 2 milioni di anni, molti dei quali passati sott’acqua prima di emergere). Ma ci sbagliamo: il panorama urbano è molto cambiato nel tempo, e basterebbe confrontare alcune foto di qualche decennio fà per rendersi conto di come molte creste siano sparite, o di come i profili dei calanchi siano cambiati.
Questi fenomeni sono causati dall’acqua. L’acqua erode le rocce, figuriamoci l’argilla! E quando riesce a penetrare e ad impermeare il suolo, ecco che questo diventa scivoloso, ed avviene lo smottamento. Non confondiamolo con un fenomeno ben diverso come la reptazione, che riguarda i terreni rocciosi e solidi e che pur si verifica in altre aree della Calabria.
Tutto questo per dire che basterebbe monitorare vari punti sui calanchi per notare dei piccoli avvallamenti ed affossamenti dopo ogni pioggia consistente. Sono fenomeni del tutto normali e tendenzialmente sicuri, anche perchè – come avrete capito – l’argilla difficilmente crolla e “rotola” a valle, ma si scioglie e si muove sotto al peso dell’acqua.
Avrete sicuramente notato che i calanchi sono un po’ delle groviere, pieni di “buchi” e cavità anche molto profonde. Ecco, si tratta proprio di vie scavate dall’acqua, che filtra negli strati di terreno meno argilloso e scava, scava, scava finchè non esce da qualche parte. Proprio questo “sistema di sicurezza” impedisce grandi crolli, dato che anche in caso di frattura il calanco frana su se stesso, sprofondando.
Certo, potrebbero verificarsi anche crolli più estesi, e per questo è bene allertare e monitorare. Ma prima di denunciare “frane” o “fratture”, bisognerebbe non solo accertarsi di quanto denunciato, ma anche comprendere la natura (ed in questo caso la geomorfologia) di ciò che si vorrebbe tutelare.
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